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Scuolafilosofica Posts

La guerra di Corea – Steven Hugh Lee

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Coloro che parteciparono al conflitto coreano non hanno ancora siglato un trattato di pace e fino a quando questo non si verificherà, non ci potrà essere un’epoca di pace duratura né per le due Coree né per il mondo intero.

Steven Hugh Lee

Il libro La guerra di Corea intende essere un’introduzione alla storia della guerra tra la Corea del Nord e la Corea del Sud, iniziato ufficialmente nel 1950 e terminato, ufficialmente, nel 1953. Nel libro si ripercorrono le tappe fondamentali che hanno portato all’avvento dello scontro bellico tra le truppe ONU e le truppe nord Coreane e che ha visto la diretta partecipazione delle potenze protagoniste della guerra fredda, USA, URSS e Cina.

I grandi geografi che hanno fatto storia dall’anno zero ad oggi

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La geografia è stata, assieme alla filosofia, una delle materie verso cui è stato riposto grande interesse fin dai tempi antichi. L’obiettivo di questo articolo è quello di fornire un’ampia visione della geografia e tracciarne una storia molto generale attraverso le figure degli studiosi più eminenti che ne hanno reso possibile la concettualizzazione. Dall’anno 0 ad oggi, la geografia si è evoluta nel tempo, dal mondo piatto o a forma di botte fino alle immagini satellitari, dalla navigazione con la bussola ad ago magnetico fino all’uso del gps. La geografia è senz’altro una delle materie più importanti che oggi si possa studiare visto il degrado ambientale a cui spesso si è sottoposto il territorio mondiale e con lo studio di essa possiamo percepire e analizzare i problemi antropologici ed ecologici: la geografia è un’immensa fonte di informazioni e problematizzazioni, e possiede al suo interno centinaia di sottogeneri, che in breve considereremo.

Geografie a confronto – Determinismo e possibilismo geografico

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Consigliamo Geopolitica e Geografia antica


Karl Ritter (Quendlinburg 1779 – Berlino 1859) è il primo dei geografi moderni il cui pensiero è inquadrabile in un’ottica di stampo determinista. Nelle sue opere (ricordiamo l’Erdekunde) cerca di analizzare spazi anche lontani rilevandone le caratteristiche fisiche presenti e quelle dei popoli che li abitano, cercando principi di causalità (A avviene perché B) e di estensione dei fenomeni osservati. Ma cosa fa di Ritter un geografo determinista?

Egli ritiene che i popoli sono condizionati dalla conformazione degli spazi che abitano, che poi sarebbero le regioni, i cui caratteri distintivi e peculiari sono quindi frutto di un’influenza ambientale. Il determinismo di Ritter, però, non ha i caratteri di un determinismo meccanicista, in quanto esso è espressione di una teleologia, che vorrebbe gli ambienti capaci di determinare gli aspetti dell’uomo che li abita; guidata da un intento divino e volta al perfezionamento dell’uomo. Inoltre, secondo il tedesco, questa fase di “formazione”, volta alla forgiatura dell’uomo perfetto, sia attestabile solo nelle popolazioni il cui sviluppo sia ancora a uno stadio primitivo, non permettendo quindi, a contrario di quanto avviene nelle società dell’Europa moderna, di liberarsi dal gioco costrittivo della Natura.

Don Chisciotte della Mancia – Miguel de Cervantes

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Fate in modo che, leggendo la vostra storia, il malinconico si senta invitato a ridere, l’allegro lo diventi ancora di più, l’ignorante non se ne stufi, e chi è colto ne apprezzi la trama, il serio non la disprezzi, né il saggio manchi di lodarla.[1]

Miguel de Cervantes

Don Chisciotte della Mancia è considerato il primo romanzo della storia della letteratura occidentale. Il libro, diviso in due parti, narra le vicende del cavaliere errante, Don Chisciotte, e del suo scudiero, Sancio Panza. La trama del romanzo si impernia attorno ai due personaggi, entrambi inscindibili e centrali.

La storia del Don Chisciotte della Mancia (da ora solo Don Chisciotte) prende avvio dalla follia di un possidente, un piccolo proprietario, che non si chiamava Chisciotte: “Pare che di cognome facesse Chisciada o Chesada, ma non c’è accordo fra gli autori che se ne occupano, e altre verosimili congetture lo darebbero per Chisciana. La cosa, a dire il vero, ha poca importanza…”[2] Egli era un cavaliere con non troppi averi. Il signor Chisciotte aveva letto moltissimi libri sulla cavalleria errante, sia i celebri che i meno celebri, e aveva tratto tante suggestioni da renderlo incapace di credere che i libri di cavalleria fossero solo finzioni. Dal principio, dunque, iniziò a congetturare sulla realtà di quelle storie, pensandole reali, poi passò a credere che anche nel suo presente esistessero tutte quelle bizzarre figure che sussistevano nelle storie e leggende della cavalleria errante: giganti, fate, maghi, incantatori, donzelle da amare, grandi principesse, draghi e via dicendo. “Il suddetto cavaliere, nei suoi momenti d’ozio (che prendevano la maggior parte dell’anno), si dedicava alla lettura di romanzi cavallereschi, con tanta intensità e piacere che trascurare quasi del tutto la caccia e anche l’amministrazione dei propri beni…”[3] Ciò fino a quando non decide di entrare anch’egli nell’onorevolissimo mondo della cavalleria errante: “Alla fine, ormai del tutto fuori di sé, maturò la più strampalata idea che potesse nascere nella mente di un pazzo: per accrescere la sua reputazione e servire la patria, gli sembrò conveniente e necessario farsi cavaliere errante e andare per il mondo, cavalcando in armi e cercando avventure. Si sarebbe cimentato nelle stesse imprese dei cavalieri dei suoi libri, riparando ogni genere di ingiustizie, affrontando difficoltà e pericoli che, una volta superati, gli avrebbero conferito onore e fama per l’eternità”.[4]

Umore e morale, via cognizione

L’umore influenzerebbe il giudizio morale. Validando o invalidando il pensiero maggiormente saliente relativo alla situazione da giudicare, piuttosto che agendo sulla risposta emotiva. Perlomeno quando la situazione è un dilemma morale astratto che chiede di scegliere tra sacrificare una persona (gettandola da un ponte) per salvarne cinque oppure non sacrificarla lasciando così morire i restanti.

A scuola con i Re – Educare e rieducare attraverso il gioco degli scacchi – A cura di Giuseppe Sgrò

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Il libro A scuola con i Re è un lavoro monumentale, un manuale esaustivo per chiunque intenda insegnare gli scacchi e voglia possedere un quadro teorico e concettuale per affrontare problemi tecnici e pratici della didattica scacchistica. Da un lato, dunque, il libro fornisce una cornice teorica a sfondo didattico, da un altro esso vuole trasmettere e tramandare le esperienze più significative di chi ha svolto attività di educazione e rieducazione sul campo, all’interno di istituti scolastici o penitenziari, in particolare: “Quest’opera nasce dall’esigenza riscontrata in Italia in ambito educativo, rieducativo, preventivo, formativo, sportivo, nei contesti scolastici, aziendali, clinico-sanitari e carcerari, di avere uno strumento testuale scientifico teorico-pratico ragionato, organico e completo, senza precedenti a livello mondiale, per ideare, strutturare e realizzare progetti psicoeducativi attraverso il gioco degli scacchi e il contesto scacchistico (…)”.[1] La partizione del libro è così giustificata: nella prima si forniscono i “fondamenti teorico scientifici” e nella seconda “esperienze pratiche e di ricerca”.

Amaro calice … sul disgusto e la morale

Hume, nel XVIII secolo, fu una delle maggiori sensibilità filosofiche ad avvertire l’importanza dello studio della natura umana per la comprensione della morale. Opponendosi fermamente all’apparenza per cui la ragione, nella forma della conoscenza della legge morale, determinerebbe l’azione, il filosofo scozzese affermò che la natura umana è fondamentalmente mossa da stimoli di piacere e dolore.

Virgilio – Vita e opere

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Consigliamo – Storia Romana Parte II – a cura di Francesco W. Pili


VITA

Publio Virgilio Marone nacque il 15 Ottobre del 70 a.C. in una località vicino a Mantova, sebbene il luogo di origine rimanga controverso. La sua era una famiglia di piccoli proprietari terrieri, ma non per questo gli mancò una buona formazione letteraria: questa si dovrebbe essere svolta fra Roma e Napoli, i maggiori centri di cultura nella penisola italica, ricchi di circoli letterari e scuole importanti, spesso gestite da filosofi greci. In un frammento del Catalepton, Virgilio scrive di aver frequentato una scuola epicurea presso a Napoli, il cui maestro era Silone, un filosofo epicureo. Nelle Bucoliche, la prima opera di Virgilio, egli fa accenno ai fatti accaduti nel 41 a.C., quando nelle campagne del mantovano ci furono confische di terreni destinate a ricompensare i veterani della guerra di Filippi. Altre fonti ci dicono anche che Virgilio stesso avesse perso nelle confische il suo podere di famiglia e poi fosse riuscito a riacquistarlo, probabilmente anche grazie all’aiuto di Ottaviano, suo grande estimatore.