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Ucciderò Sherlock Holmes – Arthur Conan Doyle

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Non fu mai trovato un titolo meno corretto di “Ucciderò Sherlock Holmes”. Ci sarà qualcuno che crederà di aver sottomano un bel libro poliziesco all’antica, dove il detective e l’atmosfera di mistero regnano sulla trama. E invece no. Sherlock non compare se non in quattro pagine nella vita dell’autore, perché questa è l’autobiografia di Sir Arthur Conan Doyle.

Il titolo originale era, infatti, “Memories and adventure”, cioè “Ricordi e avventure”. Conan Doyle racconta la sua vita, venuto su da una famiglia povera ma ricca di talenti, passando al tentativo di una carriera da medico in uno studio miserabile e privo di prospettive alla luce della narrativa e al fulgore del più grande successo. Fu una vita ricca di sacrifici, avventure, romanticismo ma anche di guerra, un po’ di razzismo e imperialismo.

Chi amasse Conan Doyle dalla sola produzione poliziesca, ritenuta da lui la peggiore della sua intera opera, verrà a scoprire come l’uomo che si cela dietro lo scrittore non sia esattamente l’immagine della genialità morale. Egli, infatti, era un patriota in senso forte, sostenne l’imperialismo inglese e difese sempre la propria amata Inghilterra da ogni attacco. E fu proprio per questo che la regina lo insignì del titolo di “Sir”, baronetto, e non per la straordinaria popolarità del personaggio di Holmes.

Holmes e Watson sono “burattini”, come Doyle stesso ci dice, costruiti per una produzione di letteratura sterile e meccanica, ma sempre originale e mai forzata, questo, almeno, lo riconosce. Scopriamo anche che Holmes deve gran parte della sua fortuna non solo alla letteratura, ma anche alle trasposizioni in teatro alla fine dell’ottocento fino a che il palcoscenico antico non trapassa nelle forme cinematografiche. Ed anche lì il più celebre dei detective ha modo di fare la sua apparizione. Ci saranno almeno quaranta film in cui il protagonista è l’ossuto uomo che tutti conosciamo.

Ma questo scomodo personaggio rubò troppo la scena ad altri lavori, in particolare alle riflessioni sullo spiritismo, di cui Doyle era uno strenuo difensore. Fu anche per diverso tempo il presidente dell’associazione spiritistica inglese.

Gli aneddoti si sprecano ed egli non si esime dal citarne in abbondanza, dalla sua passione per i giochi alle sue volontarie avventure nella guerra anglo-boera, alla prima guerra mondiale e ai suoi numerosi suggerimenti nella tecnica militare fino all’ideazione di sistemi anti-sommergibile. Egli fu, fra l’altro, l’ideatore di un salvagente portatile grazie al quale, egli dice, si salvarono molte vite degli affondamenti degli u-boot. Nonostante la perdita di un figlio e del fratello, Conan Doyle non smette di essere uno spirito colonialista e non smetterà di difendere la propria patria. Scrive una storia della prima guerra mondiale e difende il proprio paese dalle accuse internazionali a seguito della guerra anglo-boera con un pamphlet che, a sue spese, distribuì in tutta Europa, vantando la riuscita e la diffusione. Ciò gli valse il titolo di “Sir”.

E’ notevole, tuttavia, la reticenza sui suoi sentimenti privati, sulla vita coniugale e sulla gestione delle amicizie e ciò rivela appieno la sua appartenenza all’era vittoriana puritana e tanto per bene, così come l’aderenza ai principi liberali dei suoi “antichi maestri” come gli utilitaristi J. S. Mill e altri, secondo cui la vita privata va lasciata al di fuori della discussione, filosofica, politica e quant’altro. Un sano principio che dovrebbe essere osservato quasi sempre, ma oggi quanto mai ignorato.

Certamente alla fine della lettura di “Ucciderò Sherlock Holmes” qualcuno potrebbe rimanere perplesso e, qualcun altro, deluso dalla persona di Doyle e dai suoi molteplici e irritanti pregiudizi di imperialista. Tuttavia, può essere interessante vedere quanto lavoro e quanta dedizione ci sia dietro il grandioso successo, quanto sia il prezzo da pagare e quanto energia e convinzione bisogna avere per raggiungerlo. Anche involontariamente, l’autobiografia di Sir Arthur Conan Doyle risulta un documento prezioso di vita e di pensieri.


Arthur DOYLE CONAN

UCCIDERO’ SHERLOCK HOLMES

FABBRI EDITORI,

PAGINE: 369.


Giangiuseppe Pili

Giangiuseppe Pili è Ph.D. in filosofia e scienze della mente (2017). E' il fondatore di Scuola Filosofica in cui è editore, redatore e autore. Dalla data di fondazione del portale nel 2009, per SF ha scritto oltre 800 post. Egli è autore di numerosi saggi e articoli in riviste internazionali su tematiche legate all'intelligence, sicurezza e guerra. In lingua italiana ha pubblicato numerosi libri. Scacchista per passione. ---- ENGLISH PRESENTATION ------------------------------------------------- Giangiuseppe Pili - PhD philosophy and sciences of the mind (2017). He is an expert in intelligence and international security, war and philosophy. He is the founder of Scuola Filosofica (Philosophical School). He is a prolific author nationally and internationally. He is a passionate chess player and (back in the days!) amateurish movie maker.

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