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La finestra sul vuoto – Raymond Chandler


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Philip Marlowe si ritrova impelagato in due omicidi, un tale di nome Philips è trovato morto nel suo appartamento, un locale di infimo ordine in un quartiere di infimo ordine con vicini di infimo ordine. Ma anche lo specialista di numismatica, un certo Morningstar viene ritrovato ormai cadavere nel suo studio. Marlowe era stato incaricato dalla signora Murdock, una donna sgradevole che beveva porto come l’acqua perché sostituiva le medicine, per ritrovare una moneta cara al suo vecchio marito il quale aveva disposto che nessun conio della sua collezione potesse essere venduto. Marlow non deve ritrovare la preziosa moneta, altrimenti nota come doblone Brasher, ma anche scoprire dove è nascosta quella bionda dalle lunghe gambe e dallo sguardo incantevole che è la nuora della signora Murdock. La bellissima bionda aveva sposato il figlio della signora senza che quest’ultima riuscisse ad impedire la rogna, che Leslie, suo figlio, potesse essere innamorato di “una come quella” non aveva poi molta importanza. Marlowe si ritrova tra due morti, un doblone Brasher e una donna come la signora Murdock, insomma, un gran casino. Che la signorina Merle, la segretaria della signora Murdock, possa c’entrare qualcosa in tutto questo?

La finestra sul vuoto si può considerare come un capolavoro del genere Noir che, solo per i pregi del genere, non può assurgere a grande libro in generale. Infatti, tutto ciò che lo rende bello lo limita al Noir. La prosa di un libro Noir è priva di ogni orpello e la stessa trama ricalca la mediocrità stessa della vita. Questo conduce l’autore a scrivere un bellissimo libro su una vicenda di carattere poliziesco ma senza l’ingenuità del giallo classico. Chandler dimostra di essere un vero scrittore, tratteggiando il suo Marlowe senza quell’eroicità tipica del genere classico di detective ma ricacciandolo all’interno di quegli uomini apparentemente normali e apparentemente mediocri che compongono la quotidianità.

I personaggi sono tutti caratterizzati così come persone qualunque, con tutti i loro lati spigolosi, senza nessuna passione che ne giustifichi l’esistenza. Insomma, uomini come tutti gli altri. I piccoli e i grandi difetti, uniti alle peculiari piccole qualità che ciascuno ha, nonostante tutto, fanno dei personaggi del libro dei piccoli gioielli da ammirare per la loro grezza raffinatezza. Essi appaiono come quell’umanità che non ci piace, dalla signora-comandante che vuole imporre ogni suo capriccio al mondo al figlio incapace di reagire ma non per questo si priva del piacere della voluttà a spese della madre, così come la povera segretaria, costretta dai sensi di colpa a soffrire le pene dell’inferno a causa della padrona. Ma potremmo parlare anche dell’esperto di monete, Morningstar, o piuttosto di quel geniale omino dell’ascensore che, come pochi, tratteggia l’uomo normale anormale. Quella che chiamiamo comunemente “normalità” è fatta di una serie composita di esperienze che di normale hanno poco ma che, una volta calata l’opacità della vita quotidiana, etichettiamo in blocco come tali.

La narrazione è in prima persona ma il narratore è quasi imparziale, nonostante sia Marlowe stesso. Il fatto che ci siano svariate intrusioni non toglie l’oggettività intrinseca del fluire della penna. Ci si dimentica quasi che sia in prima persona. D’altra parte, questo uso particolare del punto di vista soggettivo, fa sì che il lettore si cali immediatamente dal punto di vista del detective, uno alla “nostra portata” e, dunque, tanto più facile ad immedesimarsi.

La trama è tipicamente Noir, dove le diramazioni e le circonvoluzioni si ritrovano solo alla fine, riavvicinandosi solo in questo alla struttura del giallo classico. In effetti, in La finestra sul vuoto Chandler non deve aver ancora preso piena coscienza del distacco dal coevo giallo “classico” come non doveva averlo fatto Hammett nella sua Chiave di vetro. Chandler scrive il suo lavoro nel 1941, quando ancora il Noir come lo conosciamo oggi, non era pensabile. Eppure, in questo suo lavoro, egli riesce nel raro compito di metter giù un libro che ha molte delle qualità migliori del genere senza averne i difetti. Non c’è gusto del macabro o dell’insano né il detective è votato all’autodistruzione ed è un’amante degli scacchi. D’altra parte, è il senso di quotidianità, di ovvietà che consente di vivere in un mondo perfettamente reale sebbene parallelo a dare maggior gusto a questo libro che dà l’opportunità di confrontarsi faccia a faccia con quelle stesse persone detestabili che cordialmente salutiamo una volta usciti dalla porta.

La finestra sul vuoto è l’immagine centrale di un mondo che Marlowe finisce per scoprire e che Chandler finisce per narrare nel quale tutti guardano da una finestra che non conduce da nessuna parte perché nessuno ha gli occhi per guardare qualcosa che non sia il proprio nulla. Una perla del genere, da leggere in qualunque momento e con qualunque umore.


CHANDLER RAYMOND

LA FINESTRA SUL VUOTO

FELTRINELLI

PAGINE 216.

EURO: 7,50.


Giangiuseppe Pili

Giangiuseppe Pili è Ph.D. in filosofia e scienze della mente (2017). E' il fondatore di Scuola Filosofica in cui è editore, redatore e autore. Dalla data di fondazione del portale nel 2009, per SF ha scritto oltre 800 post. Egli è autore di numerosi saggi e articoli in riviste internazionali su tematiche legate all'intelligence, sicurezza e guerra. In lingua italiana ha pubblicato numerosi libri. Scacchista per passione. ---- ENGLISH PRESENTATION ------------------------------------------------- Giangiuseppe Pili - PhD philosophy and sciences of the mind (2017). He is an expert in intelligence and international security, war and philosophy. He is the founder of Scuola Filosofica (Philosophical School). He is a prolific author nationally and internationally. He is a passionate chess player and (back in the days!) amateurish movie maker.

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