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Categoria: Storia della Letteratura

Da Costantino al Sacco di Roma – Le eresie e la letteratura latina in età tardoantica

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Consigliamo – Storia Romana Parte II – a cura di Francesco W. Pili


1.1 Breve contestualizzazione storica: Costantino (306 – 337 d.C.)[i]

Costantino fu senz’altro uno dei personaggi più importanti della storia romana e della storia dell’Occidente. Il periodo che inizia con Costantino e finisce con Giustiniano fu un particolarmente travagliato ma anche fonte di uno spiccato e forte rinnovamento. Anche se il senato non ha più alcun tipo di potere reale e le magistrature non hanno più alcuna capacità decisionale, nascono nuove figure e istituzioni che le sostituiranno.

Costantino condusse per alcuni anni una politica molto prudente proseguendo l’opera del suo predecessore, cercando però di snellire l’apparato burocratico. Il momento più importante di questo momento storico fu nel 312 d.C.: Costantino sconfisse nella battaglia di Ponte Milvio sul Tevere, Massenzio e la vittoria venne rivendicata nel segno di Cristo, una rivendicazione tutta politica (come attesta Peter Brown). Pur tuttavia ciò segnò un momento fondamentale della storia dell’Occidente che, da questo momento in poi, verrà dominato dalla religione cristiana.

Eresie cristiane e scuole di pensiero in periodo tardo antico

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Consigliamo – Storia Romana Parte II – a cura di Francesco W. Pili


Se abbiamo visto come fossero numerose le persecuzioni contro i cristiani, in questo articolo analizzeremo le cosiddette “grandi eresie“.

L’eresia di Ario: Ario era un prete di Alessandria che aveva vissuto nella prima metà del secolo. Secondo Ario, Cristo non si poteva considerare il “Dio Padre” senza non introdurre nella religione cristiana simbologie politeiste: la religione cristiana della Chiesa invece professava l’uguaglianza fra Dio padre e Cristo. Ario fu seguito nell’Oriente.

L’eresia manichea è di origini più antiche e il nome di questa deriva da Mani, il capo dei cosiddetti Manichei, che credevano nell’esistenza di due principi contrapposti: il bene e il male in eterna lotta fra loro erano i principi ultimi della realtà. Il dualismo delle due forze ordinatrici del mondo interpretava l’esistenza di Dio come forza mediatrice.

L’apogeo della cultura cristiana: la patristica

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Consigliamo Cicerone e Percorso di letteratura latina


Gli anni che vanno dalla metà del secolo IV d.C. fino al sacco di Roma da parte di Odoacre (476 d.C.) sono gli anni di massima fioritura del pensiero cristiano delle origini: è il cosiddetto secolo d’oro per la produzione di testi sacri, che distanziano gli altri sia per la qualità formale dell’opera sia per la loro ricchezza contenutistica. Oltretutto si faranno carico di un grande compito: divulgare con semplicità il messaggio religioso cristiano. I Padri della Chiesa, così chiamati gli scrittori cristiani di questo periodo, furono in diversi ma Ambrogio, Girolamo, Agostino furono gli autori maggiormente significativi. Ci sono poi due minori (Rufino e Sulpicio Severo).

Ambrogio nacque fra il 339 e il 340 d.C. a Treviri, una delle principali città della regione germanica, nella quale il padre risiedeva per occupare la carica di prefetto del pretorio della Gallia.

Dai Severi a Diocleziano (193 – 305 d.C.) – l’affermarsi del Cristianesimo

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Storia di Roma e Storia dell’Impero Romano


Il III secolo d.C. è un momento travagliato della storia romana: l’assassinio di Commodo giunse al culmine di una profonda crisi: il prefetto pretorio Leto nel 192 d.C. diede il potere ad Elnio Pertinace, un senatore che si era contraddistinto come generale. La crisi investiva in campo politico il senato che si trovo esautorato a vantaggio dei militari, mentre in campo fiscale la svalutazione della moneta impoveriva i ceti medi, portando con sé la decadenza economia delle città ed una profonda crisi morale dovuta alla sfiducia nei confronti dei valori tradizionali. Altri problemi erano legati al fatto che i barbari spingevano sempre di più lungo le frontiere e ancora all’interno delle città, in cui sorgevano le prime strutture primitive della Chiesa, che portavano confusione sul piano dei costumi sociali. Inoltre è alla sempre più preponderante importanza politica dell’esercito che si deve la trasformazione dell’ideologia imperiale verso forme sempre più assolutistiche. Cambia anche il rapporto fra princeps e senato: a quest’ultimo viene riconosciuto solo la funzione di organismo burocratico soggetto all’autorità assoluta dell’Imperatore, termine finale di un lungo processo storico. La situazione confusa dopo l’uccisione di Commodo portò ad anni di governi effimeri: da prima Pertinace, poi Didio Giuliano e Pescennio Nigro. Come nella crisi del 68-69 d.C. anche in questa situazione ci fu uno scontro fra legioni e generali e alla fine di questi combattimenti si imposero uno dopo l’altro diversi imperatori: Settimio Severo, Caracalla. Successivamente ci furono altri tre imperatori che seguirono da un periodo di anarchia militare, fino alla presa del potere da parte di Diocleziano.

Dedalus Ritratto dell’artista da giovane – James Joyce

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Consigliamo Gente di Dublino


Si era cacciato, vagabondando, in un labirinto di viuzze strette e sudice. Dai vicoli osceni sentiva scoppi di rauco tumulto, di risse e la canzone strascicata di ubriachi. Continuò ad avanzare, non scosso, domandandosi se era venuto a finire nel quartiere degli ebrei. Donne e ragazze vestite di lunghi abiti vistosi attraversavano la via da una casa all’altra. Passavano con indolenza, profumate. Lo prese un tremito e gli si offuscarono gli occhi. Sorgevano al suo sguardo agitato le fiamme a gas, gialle contro il cielo nebbioso, e bruciavano come davanti a un altare. Dietro le porte e nei corridoi illuminati c’erano gruppi, addobbati come per un rito. Era in un altro mondo: si era svegliato da un letargo di secoli.

 James Joyce

Dedalus Ritratto dell’artista da giovane è un romanzo autobiografico di James Joyce, tradotto con grande perizia da Cesare Pavese. La storia di Stephen Dedalus è quella di un giovane irlandese cresciuto all’interno della cultura propria dell’isola, così divisa tra un cattolicesimo ortodosso e l’amore rinascente verso le radici celtiche che sfociarono in un rinnovato e forte senso nazionalista, pur estraneo alla sensibilità di Stephen.

Il libro può essere diviso idealmente in cinque parti, scandite anche da vistose differenze nello stile. La prima parte racconta l’infanzia di Stephen, vissuta tra la casa e la scuola, periodo durante il quale Stephen già sembra possedere una coscienza introversa, schiva ma anche profondamente sensibile alla realtà e al dovere. La seconda parte narra l’esperienza di Stephen all’interno del collegio dublinese dei gesuiti, dopo che i genitori si erano trasferiti a Dublino. La terza considera il mutamento adolescenziale nel duplice aspetto della presa di consapevolezza di una nuova prorompente sessualità e dei tumulti di una coscienza sensibile e divisa tra le nuove passioni e il senso religioso propriamente cattolico, in cui la passione fatica a trovare una cornice coerente all’interno della vita dell’individuo rispetto all’esaltazione stessa dell’ascesi e del mistico. La quarta segna il momento di passaggio tra la coscienza prostrata di Stephen tra la passione e la religione, tra il sentimento ascetico e quello carnale in cui la svolta non stravolge la necessità razionale e passionale di Stephen ma la conduce verso l’esperienza estetica priva del sostrato religioso. L’ultima parte segna il completamento della maturazione del processo di liberazione di Stephen dalla religione all’arte, che sostituisce l’esigenza di purezza all’interno della sua coscienza inquieta.

Kafka. Crumb R. con testi di Mairowitz

Il volumetto Kafka è un grafic novel sulla vita e sulle opere di Franz Kafka, uno dei più grandi geni della letteratura del XX secolo. Il volume, non particolarmente lungo o impegnativo, ripercorre la vita di Kafka all’interno della quale vengono considerate le principali opere del praghese: Il processo, Il castello, America, Le metamorfosi e la celebre La colonia penale. Oltre alle vicissitudini biografiche, il lavoro cerca di rievocare la complessa relazione di Kafka con la famiglia, in particolare con il padre, il cui ruolo ha avuto un peso decisivo nella formazione di quella coscienza inquieta che pervase Franz sin da subito e sino alla fine.

Federigo Tozzi: le novelle della sezione “Giovani”, tematiche e aspetti salienti della sua opera

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Consigliamo Percorso di letteratura italiana


Struttura dell’articolo

1. La figura di Federigo Tozzi: vita e contesto storico e sociale dell’autore

2. Federigo Tozzi come esponente del letterato nel periodo Giolittiano. Il pessimismo materialistico: il nichilismo e il cosiddetto “Secolo dell’angoscia”

3. Federigo Tozzi: le novelle e analisi della Sezione “Giovani” novella per novella sotto forma di riassunto. I temi principali e la psicologia delle novelle tozziane

3.1 Le novelle

4. l complesso di Prometeo e l’importanza della figura del padre nella narrativa di Federigo Tozzi.

5. Il complesso di Edipo e l’importanza della figura della madre nella narrativa di Federigo Tozzi


1. La figura di Federigo Tozzi: vita e contesto storico e sociale dell’autore

Considerato uno dei maggiori esponenti della narrativa italiana del Novecento, Federigo Tozzi è stato un importante scrittore. Nato a Siena il 1883, il padre era un importante commerciante della cittadina toscana, nonché gestore di una trattoria in pieno centro. La figura del padre, come vedremo in seguito, fu molto importante nella narrativa tozziana: il padre di Federigo era un uomo dalla corporatura molto grossa e massiccia, dotato di una forza impressionante, molto autoritario, capace di grande fascino sulle donne. La madre, figura anch’essa importante nella narrativa di Tozzi, era gracile, debole e cedevole nel fisico. Federigo Tozzi ereditò la corporatura più da quest’ultima che dal padre.

Federigo Tozzi crebbe dunque fra due personalità opposte e ne uscì introverso e taciturno, in perenne fuga dalla figura paterna (tema che ritorna continuamente nelle sue opere). Compì studi irregolari senza conseguire alcun diploma. Entrato in un circolo socialista per trovare sfogo alle sue ire represse nella militanza politica, tentò anche di riacquisire la stima da parte del padre cercando di sfondare nel campo del giornalismo senza però avere alcun successo. Riuscì a vincere un concorso come addetto ferroviario nel 1907, per poi mollare lo stesso lavoro nel 1908 in seguito alla morte del padre: vendette la trattoria e visse di rendita per il resto della vita.

Petronio e il Satyricon

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Consigliamo Cicerone e Percorso di letteratura latina


L’esistenza di un letterato latino chiamato Petronio è oggi ancora molto controversa: infatti, non sono molte le attestazioni che ci riportano notizie riguardo il grande genio letterario che ha scritto forse la più conosciuta (o per lo meno sentita) opera letteraria latina, il Satyricon. Le poche notizie pervenuteci dunque, sono arrivate tramite la storiografia di Tacito che però nei suoi Annales ci parla di un tale chiamato T. Petronius Niger; “an account that may be supplemented, with caution”, notizie quelle di Tacito che vanno prese con le dovute precauzioni.

Pare che Petronio fu un console del 62 d.C. suicidatosi quattro anni più tardi per volontà di Nerone. Nelle trascrizioni del Satyricon è riportato l’autore “Petronius Arbiter” ed è probabilmente da ricollegare a una definizione di Tacito che riferiva  che Petronio fosse un arbiter elegantiae. È per questo che la maggioranza della critica e degli studiosi accetta di buon grado di attribuire a questo Petronio la paternità dell’opera. Rimaniamo comunque all’interno della sfera cronologica dell’età Giulio Claudia.

Arabia Felix – Torkild Hansen

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Altro del genio di Hansen? Jens Munk o La costa degli schiavi!


Duecento anni più tardi, quando noi stessi siamo la prova che il calcolo era giusto, non facciamo più programmi a così lungo termine, forse perché, in fondo, non siamo più capaci di credere davvero a una posterità possibile. La minaccia di una distruzione atomica è diventata quasi una specie di pretesto dentro di noi per liberaci del fastidioso pensiero del futuro. Non si cerca più di procurarsi la fama né per sé né per gli altri, ci si attiene al giorno per giorno, rifiutato l’arte e la parte non distruttiva della scienza, e provocando con ciò, nel piccolo, una distruzione pari a quella di cui la bomba è l’immagine su vasta scala. Se, inaspettatamente, il nostro tempo dovesse subire l’opposta sventura di essere ricordato fra duecento anni, lo sarebbe unicamente per quello strano, quasi storico zelo che ha messo nel farsi dimenticare. Il futuro è già cominciato, si dice, ma non è vero. Il futuro è già passato.

 Thorkild Hansen

Arabia felix è un libro difficile da inserire in una categoria, cosa che spesso opprime gli scrittori dei cataloghi librari. Questa è un’opera che resiste ad una sua categorizzazione. Non è un romanzo, perché i personaggi non sono mai considerati dal loro personale punto di vista e il fatto stesso che si offra la ricostruzione di un fatto storico con tale dovizia di particolari è già di per sé un fatto peculiare. Per essere un libro di storia mancano le fonti e l’assetticità degli specialisti, nonostante la mole di studi a cui Hansen fa riferimento direttamente o indirettamente. Non è neppure un libro di sociologia o di storia della sociologia perché porta solo pochi dati. Allo stesso tempo, però, offre spaccati di vita quotidiana, di analisi psicologiche, sociologiche e, soprattutto, storiche. Ma, ancora, potrebbe anche essere un libro di filosofia, perché condensa in sé un’intera visione del mondo e, in particolare, di filosofia della storia. Ma non ci sono argomenti, non ci sono esplicite tesi, ipotesi e deduzioni.

La letteratura latina nell’età Giulio-Claudia – i generi minori

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Con la dinastia Giulio-Claudia si intende quella serie di imperatori (nell’ordine Augusto, Tiberio, Claudio, Caligola e Nerone) che regnarono dal 14 a.C. fino al 68 d.C.. E’ difficile poter inquadrare in una sola immagine i caratteri della letteratura di questo periodo: infatti, se da un lato nascono figure letterarie celebri come Virgilio, Orazio, Ovidio e Seneca, dall’altro invece nascono generi letterari, considerati minori, con nuove figure di letterati che non riesco a imporsi come punti cardinali di riferimento letterario. Questo è dovuto probabilmente al fatto che tutti gli imperatori di questa dinastia svilupparono dei gusti letterari particolari e distinti l’uno dall’altro e anche al fatto che non stilarono un progetto culturale importante come quello che aveva ideato Augusto.