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La combinazione vincente di Volfango Rizzi

Il 29 aprile Clint Bosi si afferma campione di scacchi dell’Oltrepo pavese e Federico Algeri vince l’under 14. Non si può non fare gli auguri ai due valenti e giovanissimi scacchisti, sperando che possano portare avanti la loro passione per il gioco degli scacchi e, chissà, anche la nostra bandiera nell’ormai vasto universo scacchistico.

Ma non ci sono campioni senza i campionati. E i campionati non esistono da soli. L’organizzazione di una manifestazione se funziona, non se ne parla. E quindi qui cercheremo di rendere onore allo sforzo complessivo di tutto il complesso di persone che ha reso possibile una simile bellissima e impressionante iniziativa.

Volfango Rizzi, istruttore di scacchi, presidente dell’ASE960 e Scacchi eterodossi, è uno dei più attivi promotori degli scacchi e della loro cultura in Lombardia. E per chi volesse scoprire di più, lo rimandiamo all’intervista che ci riservò con la sua consueta gentilezza. Egli è un giovane italiano che, pur avendo vissuto a lungo all’estero, ha deciso di portare avanti la causa scacchistica con grande passione nel nostro Paese.

Sin da quando lo conosco, e ormai sono diversi anni, mi ha sempre colpito la varietà di iniziative che ha portato avanti, dalla fondazione di una rivista (SPQeR), alla promozione di eventi di Chess Boxing (scacchipugilato), dall’istruzione dei rudimenti scacchistici all’organizzazione di eventi culturali. Sono stato testimone oculare della preziosa e appassionata capacità di Volfango in più di una circostanza, ma voglio ricordare il bellissimo evento “Scacchi, Mente e Letteratura”, in cui sono stato relatore. Come sempre capita in questi casi, il backstage è stato almeno altrettanto coinvolgente e stimolante che l’evento in sé, che ha visto una notevole partecipazione, in ogni senso della parola.

Gli eventi di Volfango sono sempre così. Ci ha abituati ad unire una grande inventiva e creatività con una notevole capacità organizzativa e divulgativa. E questo vale anche per i campionati Scacchistici Oltrepo Pavese. Come si legge dai numerosi comunicati, che mi hanno consentito di seguire con interesse e curiosità le vicende quasi in tempo reale, i patrocini sono stati numerosi sia scacchistici che al di fuori dell’ambiente scacchistico: ci sono stati di fatto quattro campionati e se nella seconda domenica si sono giocate le rimanenti due finali, nella prima domenica (successivamente ai sei tornei di qualificazione) si sono giocate le prime due. Assoluto, Under 18, Under 14 e Under 11 sono le quattro categorie: per ognuna di esse c’erano in palio borse di studio, oltre a quella speciale per il miglior Under 18 da fuori l’Oltrepo Pavese (che si assegnava attraverso i tornei di qualificazione ed è stata consegnata la prima domenica di finali). Case editrici e enti privati hanno dato pure il loro contributo. Il risultato ha ripagato gli sforzi. Anche la sola idea di premiare i vincitori con borse di studio dà solamente un segnale della bontà dell’evento scacchistico in questione.

Riporto i numeri dell’ultimo comunicato stampa per dare al lettore un’idea dell’iniziativa:

L’atto finale di una competizione che è incominciata a gennaio, ha coinvolto 106 giocatori in sei tornei di qualificazione svolti in altrettanti comuni del territorio, che è culminata in due domeniche di finali commentate per il pubblico e con diretta internet, si è svolto domenica 29 aprile. Il candidato maestro vogherese Clint Bosi si aggiudica il titolo di campione assoluto ai primi Campionati Scacchistici Oltrepo Pavese, aggiudicandosi anche la borsa di studio da € 650. Borsa dello stesso importo e titolo di campione Under 14 al rivanazzanese Federico Algeri.

Volfango non è solo un uomo di idee. Perché le idee per quanto belle non necessariamente creano una serie di manifestazioni capaci di portare così tanto a così tante persone. Esserci riusciti è una vittoria ben superiore ad ogni scacco matto!

Vent’anni fa, su per giù, iniziavo a giocare a scacchi. Da solo, a casa. Sembrano tempi remoti ma intanto non c’era internet. Andare al circolo, per me, significava chiedere a mio padre di portarmici in macchina dal mio paese. Simili iniziative rendono quel passato, così recente, così obsoleto e lontano. Per questo dobbiamo ringraziare Volfango Rizzi, lui e tutte le persone che come lui e insieme a lui riescono a portare avanti simili iniziative. Non solo gli scacchi, ma l’Italia tutta ha bisogno di persone come Rizzi. Non il mio plauso ma quello dei numeri dice che l’Italia sa anche essere un Paese riconoscente!

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