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Categoria: Filosofia

Capitolo 18. La Parola, il Principio e la Mente

Prarthana1830590, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

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La presente pubblicazione si divide in due parti: la prima affronta il tema del ruolo relativo di Parola e Mente nel processo di creazione del cosmo e la loro relazione con il creatore; la seconda la disputa tra Parola e Mente su chi, fra esse, sia la superiore. I passi relativi alla prima parte sono: Tandya-maha-brahmana (XX,14,2), Taittiriya-brahmana (II,8,8,4), Satapatha-brahmana (I,4,4,1;X,5,3,1-5); i passi relativi alla seconda: Satapatha-brahmana (I,4,5,8-12).

Il quinto capitolo de L’arte della guerra – Lo Shih


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Non c’è differenza tra organizzare un piccolo o un grande esercito perché si tratta di organizzare e contare. Combattere contro un piccolo o un grande esercito è questione di forma e segni. Per vincere bisogna usare metodi straordinari e ortodossi. Il metodo ortodosso implica seguire regole organizzative strutturali, la pianificazione nella circostanza; il metodo straordinario implica lo sfruttamento della circostanza adeguata, dell’espediente per forzare la situazione: “un’operazione militare ha il sopravvento quando è come una pietra scagliata conto un uovo”. Gli elementi della guerra (il Tao, il generale, i soldati, il cielo e la terra) sono limitati ma le loro combinazioni sono infinite. Lo Shih è la capacità di colpire sul punto di massima debolezza con tutte le forze a disposizione. Così che il colpo virtuoso è il rapporto tra la massa a disposizione per puntare contro la debolezza e l’unità di tempo. La strategia produce organizzazione e caos, forza e debolezza.

Capitolo 17. La Parola sacra, ovvero Brahman

Prarthana1830590, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

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Consigliamo – Di Francesco Margoni I veda – Capitolo 1


Con l’inno IV,1 tratto dall’Atharva-veda possiamo chiarire e precisare alcuni aspetti relativi alla Parola, qui intesa anche come Parola sacra o Brahman. L’inno non è certo dei più semplici poiché presenta alcune oscurità. Possiamo comunque trarne elementi utili alla chiarificazione complessiva di alcuni aspetti riguardanti la Parola e la Parola Sacra o Brahman.

Lucrezio – Vita e Opere

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Consigliamo Percorso di letteratura latina e Epicuro – Vita e Filosofia


Le notizie biografiche più ampie e più importanti che ci sono arrivate su Lucrezio compaiono nella traduzione fatta da San Girolamo del Chronicon di Eusebio. Non è facile affermare con certezza la data di nascita e quella di morte, ma per stile, forma e ambientazione stimiamo che nacque attorno al 90 a.C. e morì verso la metà degli anni 50 a.C.. Gli anni 98 a.C. e 55 a.C. sono generalmente ritenute le date più verosimili dopo un accurato studio delle fonti. Ancora, nulla di concreto si può affermare sulle origini geografiche di Lucrezio, anche se sembrerebbe provenire dalla zona compresa fra Napoli, dove c’era una fiorente scuola epicurea, e Pompei dove era venerata la Venus fisica, cara a Lucrezio, alla quale dedicò il proemio della sua opera il De rerum natura.

La forma – Il quarto capitolo de L’Arte della Guerra

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L’arte della guerra si basa sull’inganno e sulla capacità di sfruttare gli errori del nemico, perché l’errore implica la presenza della debolezza da sfruttare. La possibilità di non perdere dipende dalle nostre sole forze, mentre la vittoria dipendente congiuntamente dalla nostra capacità e dalla debolezza dell’avversario. La difesa è in vantaggio sull’attacco perché può essere inattaccabile mentre l’attacco è costretto a prendersi dei rischi per attaccare. Prendersi dei rischi significa concedere debolezze e avere debolezze significa esser caduti in fallo, così che l’attacco ha molte più probabilità di sbagliare che non la difesa, per questo “Se ti difendi sei più forte, se attacchi sei più debole”. La vera abilità consiste nel vincere chi si può battere facilmente e la vera abilità non è vincere cento battaglie: la suprema arte sta nell’abbattere un nemico già sconfitto. Il metodo della forma consiste di cinque condizioni: calcolare la lunghezza,  calcolare il volume, calcolare il numero degli elementi coinvolti, confrontare le parti e raggiungere la vittoria. Il territorio genera la lunghezza, la lunghezza il calcolo, il calcolo il confronto, il confronto la vittoria. Così si può concludere che “l’operazione militare vittoriosa è come cento grammi contrapposte a una piuma”.

Capitolo 16. La Parola come enigma

Altre strofe tratte dal Rg-veda (I,164,34-35e37e45) c’aiutano a dire, con cautela, qualcosa sulla Parola, o piuttosto sul suo carattere enigmatico.

Tra le grandi domande che l’uomo pone al saggio merita d’essere menzionata quella sul luogo in cui dimora la Parola.

Ti interrogo sull’alto cielo dove dimora la Parola. / […] la nostra preghiera (lett. il brahman, sacerdote) è il cielo supremo dove dimora la Parola.

Capitolo 15. I poteri della Parola

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Consigliamo – Di Francesco Margoni I veda – Capitolo 1


Alcune stanze tratte dal Rg-veda (X,125) ci aiutano a chiarire l’immagine di potenza della Parola, per mezzo della descrizione di alcune sue (della Parola) proprietà. La descrizione che seguirà ci aiuterà, più generalmente, a comprendere ulteriormente la stessa particolare natura della Parola nella concezione vedica.

La forma – Il quarto capitolo de L’arte della guerra

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L’arte della guerra si basa sull’inganno e sulla capacità di sfruttare gli errori del nemico, perché l’errore implica la presenza della debolezza da sfruttare. La possibilità di non perdere dipende dalle nostre sole forze, mentre la vittoria dipendente congiuntamente dalla nostra capacità e dalla debolezza dell’avversario. La difesa è in vantaggio sull’attacco perché può essere inattaccabile mentre l’attacco è costretto a prendersi dei rischi per attaccare. Prendersi dei rischi significa concedere debolezze e avere debolezze significa esser caduti in fallo, così che l’attacco ha molte più probabilità di sbagliare che non la difesa, per questo “Se ti difendi sei più forte, se attacchi sei più debole”. La vera abilità consiste nel vincere chi si può battere facilmente e la vera abilità non è vincere cento battaglie: la suprema arte sta nell’abbattere un nemico già sconfitto. Il metodo della forma consiste di cinque condizioni: calcolare la lunghezza,  calcolare il volume, calcolare il numero degli elementi coinvolti, confrontare le parti e raggiungere la vittoria. Il territorio genera la lunghezza, la lunghezza il calcolo, il calcolo il confronto, il confronto la vittoria. Così si può concludere che “l’operazione militare vittoriosa è come cento grammi contrapposte a una piuma”.

Capitolo 14. Jnana – canto alla saggezza ispirata

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Consigliamo I veda – Capitolo 1


La pubblicazione intende chiarire, attraverso l’analisi del contenuto d’un passo del Rg-veda (X,71), la relazione che, secondo la concezione vedica, sussiste tra la Parola e gli uomini saggi che ne fanno uso, ma, più in generale, tra la Parola e la comunità umana.

La Parola (Vac) per i Veda è della massima importanza. I Veda stessi sono Parola, ovvero la rivelazione vedica, contenuta nei quattro testi che compongono la Samitha, è Parola. Ma cosa significa essere Parola? Non è subito chiaro. Solo una volta conclusa l’analisi dei testi credo si possa avere una risposta in grado di fare chiarezza sul punto. Per ora possiamo dare solo qualche utile indizio. Innanzitutto la Parola, nel senso inteso dai Veda, è Parola eterna e primordiale. È dunque una Parola precedente alla divinità stessa: non è di Dio e nemmeno da esso ispirata. Sembrerebbe dunque che ci troviamo di fronte ad un altro principio primo.

Strategia di attacco – Il terzo capitolo de L’arte della guerra


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Lo scopo di un combattimento non è quello di distruggere un nemico ma è quello di ridurlo all’impotenza per conquistarlo intatto. Un nemico distrutto non è più niente, un nemico impotente è costretto a eseguire gli ordini del vincitore. Attività di suprema importanza per vincere il conflitto: sconvolgere la strategia del nemico, spezzare le alleanze, attaccare il suo esercito, non assediare le sue città fortificate. La presa di una città fortificata ha un costo dispendioso in termini di tempo ed energie, per tanto, l’attacco ad una fortezza è quasi sempre privo di grande utilità. Il comandante abile è colui che assume come fine la vittoria suprema e non si discosta da tale direttiva, sicché la massima abilità è nella conquista senza combattere. Le condizioni della vittoria sono le seguenti: il sovrano non deve interferire con le decisioni del generale e il generale deve essere capace; tutti gli uomini dell’esercito sono animati dal medesimo scopo; bisogna sapere quando è il momento di attaccare e quando non lo è; bisogna saper comandare un esercito, piccolo o grande che sia; bisogna essere preparati ad ogni imprevisto. Conosci te stesso, e il nemico non potrà mai batterti: conosci te stesso e il nemico, e sarai invincibile.