Press "Enter" to skip to content

Categoria: Classici della Narrativa

La storia di re Enrico IV – William Shakespeare

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo Re Lear di William Shakespeare


Falstaff: Ma dire anche io conosca in lui maggior danno che in me stesso, sarebbe dire più che quel che so. Ch’egli sia vecchio – purtroppo! – ci sono i suoi capelli ad attestarlo, ma ch’egli – con rispetto parlando – sia un puttaniere, lo nego assolutamente. Se il vin di Spagna e lo zucchero costituiscono una colpa,Iddio aiuti i peccatori! Se esser vecchio ed essere allegro costituisce una colpa, allora io conosco più di un vecchio oste che per questo è dannato; se basta esser grassi, per esser odiati, allora vuol dire che bisogna amare le vacche magre di Faraone. O, mio buon signore [rivolto al principe Harry]: bandisci da te Peto, bandisci Bardolph, bandisci Poins [tutti i compari di Falstaff]: ma il leale John Falstaff, il valoroso John Falstaff, e tanto più valoroso in quanto egli è anche il vecchio Jack Falstaff, non lo bandire dalla compagnia del tuo Harry: bandire il ritondo Jack sarebbe come bandire il mondo intero.

Harry: Eppure puoi star sicuro che lo farò![1]

La storia di re Enrico IV è una tragicommedia di William Shakespeare ed è, giustamente, considerata un supremo capolavoro del grande bardo inglese. Si tratta sicuramente di una delle opere più godibili e più affascinanti della produzione di Shakespeare, quasi incapace di scrivere lavori privi di una loro peculiare forza e interesse. La storia è ambientata alla corte inglese, il cui re, Enrico IV, è messo in discussione da alcuni nobili, per via della modalità di conquista del trono: per quanto fu designato dal predecessore, Riccardo II, Enrico IV non era il discendente in linea diretta del vecchio re. Inoltre, i nobili rivoltosi non hanno soltanto rivendicazioni politiche, ma anche personali, avocando contro il re offese ricevute a livello personale. Enrico IV, d’altra parte, è principalmente angosciato dal figlio, erede al trono (il futuro Enrico V), il principe Harry. Harry ama intrattenersi con personaggi di dubbio valore umano e sociale, tra cui svetta il ‘principe dei bricconi’, John Falstaff.

La metamorfosi – Franz Kafka

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo Il castello di Franz Kafka


Il racconto La metamorfosi (1912) è probabilmente tra le opere più importanti del XX secolo, per quanto riguarda la letteratura mondiale. Si tratta di un racconto di un certo respiro, per quanto la sua estensione rimanga, comunque, piuttosto contenuta. La metamorfosi è senza dubbio l’opera più nota di Franz Kafka ed è anche tra quelle poche edite in vita, motivo per il quale il racconto assume una importanza peculiare, anche per via del suo stato rifinito. Inoltre, si tratta indubbiamente del racconto che ha dato vita ad una letteratura sconfinata anche se, per alcuni aspetti, non si può dire l’opera più rappresentativa di Kafka. Probabilmente è tra i risultati migliori della sua prosa, forse anche il migliore (ammesso che abbia senso doverne sempre e comunque trovare uno) ma non può essere considerato il più rappresentativo.

Infatti, esso è sostanzialmente concepito come un racconto di fantascienza, ovvero quei racconti di fantasia al cui avvio potrebbe stare la domanda ipotetica: come sarebbe il mondo se questo dettaglio fosse diverso? Nel caso de La metamorfosi la domanda potrebbe essere: come sarebbe il mondo se diventassi di punto in bianco un insetto? E la risposta di Kafka è la seguente: sarebbe diverso, ma non molto. E la differenza tra questo e quel mondo si gioca sulle inezie, non sulla struttura e sulla logica di costruzione di senso e significato del mondo. A parte questo fatto, per così dire strutturale, La metamorfosi è un racconto dallo stile misurato, controllato e privo delle tipiche digressioni oniriche che rendono allucinante non l’oggetto ma la forma della prosa di Kafka (si pensi a Il castello, che è quasi interamente costruito su lunghe digressioni allucinanti, o si pensi al racconto La descrizione di una battaglia). Si diceva, dunque, che La metamorfosi è un lavoro relativamente atipico nel panorama di Kafka. E infatti, oltre al suddetto controllo, sussiste anche un’altra differenza con altri lavori: esso è compiuto ed è pensato per la lettura e non per la declamazione orale. Infatti, Kafka era solito leggere i suoi lavori ai suoi amici, sicché essi assumono una forma più adatta alla lettura orale, piuttosto che alla lettura silenziosa, tipica del modo di leggere moderno.

La pelle – Curzio Malaparte

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo Il giorno del giudizio di Salvatore Satta


E unitici al corto dei becchini, ci avviammo dietro la bandiera. Era una bandiera di pelle umana, la bandiera della nostra patria, era la nostra stessa patria. E così andammo a vedere buttare la bandiera della nostra patria, la bandiera della patria di tutti i popoli, di tutti gli uomini, nell’immondezzaio della fossa comune.

  La pelle – Curzio Malaparte

La pelle è un romanzo con caratteri autobiografici di Curzio Malaparte, un romanzo da uno stile denso, preciso, univoco e perfetto. Si tratta di un romanzo privo di una trama sistematica, se con questo si intende una sequenza di fatti riportati in un ordine che scandisce la sequenza temporale degli eventi. Uno dei motivi è dovuto non solo alla rapsodicità degli eventi presentati, ma pure alla principale caratteristica degli avvenimenti stessi: il significato del susseguirsi degli stati di cose non è limitato agli anni della guerra in Italia, della campagna americana e della liberazione del paese. Il significato di quegli eventi parla a tutti coloro che sono immersi in questo mondo, tutti coloro i quali si chiedono, giorno dopo giorno, se vivano in Terra o all’inferno.

Macbeth – William Shakespeare

 macbeth

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo Re Lear di William Shakespeare


Macbeth è una delle più famose tragedie di William Shakespeare. E’ la storia di Macbeth, nobile scozzese, che tramite un omicidio diventa re di Scozia. Macbeth era un suddito fedele del re Duncan. Da coraggioso uomo d’arme Macbeth non pensa di tradire il suo re, fino a quando incontra tre streghe, le quali predicono il futuro di Macbeth, un futuro di ascesa e discesa, fosco e tragico. Tuttavia all’altro comandante, Banquo, le streghe predicono che la sua progenie sarà di re. Macbeth non è sicuro di ciò che bisogna fare e si consiglia con la moglie, lady Macbeth. Costei lo spingerà a prendere possesso di quel futuro che così sicuramente gli è proprio, ovvero assecondare la profezia delle tre streghe. Per tale ragione Macbeth uccide il re Duncan, dopo aver organizzato un banchetto in casa sua in suo onore, avendo così avuto premura di mettere il sonnifero alle guardie del re e al re stesso. Macbeth uccide le guardie in un simulato attacco di rabbia, così da non lasciare testimoni o altre possibili spiegazioni sull’accaduto. I figli di Duncan intuiscono il pericolo e fuggono. Ma Macbeth non può fermarsi al regicidio. Egli deve anche eliminare Banquo e suo figlio, per via della profezia. Assolda due sicari per questo compito, sicché uccidono Banquo al banchetto organizzato appositamente per eliminare il nobile uomo, ma falliscono nell’assassinare il figlio. A questo punto Macbeth è re di Scozia e sembra non avere più nemici. Eppure il destino è segnato, come lo era fin da principio.

Gente di Dublino – James Joyce

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo Dedalus di Joyce


Poi ci mettemmo a passeggiare lungo il canale; faceva la donna di servizio in una casa di Baggot Street, mi disse. Le passai un braccio attorno alla vita e per quella sera non andai oltre qualche stretta. Le diedi un appuntamento per la domenica dopo, e questa volta ci recammo a Donnybrook dove la porta in un campo. Mi disse di avere una relazione con un lattaio… Ne valeva la pena, te lo garantisco. Tutte le sere mi porta sigarette e mi paga il biglietto del tram di andata e ritorno. Una volta mi ha portato due sigari proprio di lusso e della stessa marca, sai, di quelli che fumava l’altro… Avevo paura che restasse in cinta, ma sa il trucco.

Gente di Dublino

Gente di Dublino è una raccolta di racconti di James Joyce. Si tratta di un’opera che ritrae la città di Dublino, metaforicamente considerabile come la condizione umana della miseria. Si tratta, infatti, di una serie di quadri verosimili, in cui lo stile è principalmente realista in senso classico (a differenza, per certi aspetti, delle opere successive, come dell’Ulisse e Dedalus): il linguaggio restituisce principalmente le cose così come appaiono e descrive i contorni psicologici dei personaggi da un punto di vista esterno ed imparziale. Non soltanto lo stile è realista, ma l’oggetto stesso del ritratto porta con sé una carica di forte vividezza e verosimiglianza. L’oggetto principale di Gente di Dublino è la miseria umana nelle sue varie forme, sia essa nata dall’indigenza, dal degrado morale piuttosto che dall’inesistenza di carattere.

Sexus – Henry Miller

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo Tropico del cancro di Henry Miller


Sexus è un libro di Henry Miller, il primo della trilogia in cui compaiono Nexus e Plexus. Si tratta di un romanzo a metà strada tra l’autobiografia, il resoconto onirico e le meditazioni filosofiche. La trama è totalmente subordinata ad una ricostruzione della vita dell’Io più interiore, nel quale le pulsioni sessuali diventano ora ragionamento ora divagazione onirica. Impossibile, dunque, distinguere chiaramente sia il genere letterario dell’opera sia i principali nuclei tematici di cui la sessualità è solo uno dei tanti.

La trama è, invero, molto semplice. Si tratta della ricostruzione autobiografica della storia d’amore di Henry Miller (così nel testo) e una donna dal passato mai pienamente compreso e dalla sentimentalità accesa quanto misteriosa. Il mistero stesso della donna è accentuato dal suo continuo mutare di nome (al principio Mara, alla fine Mona passando per June…), che è soltanto il sintomo di un mutare della relazione. Infatti nessuna relazione sentimentale è sempre identica a se stessa, come testimonia il matrimonio fallimentare di Miller. Se c’è un tema continuo nel romanzo è appunto la variazione sul tema della relazione sentimentale, che include sempre e necessariamente la sessualità, nelle sue varie e mutevoli forme.

Alice nel paese delle meraviglie – Lewis Carroll

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo Il libro della giungla di Rudyard Kipling


Alice nel paese delle meraviglie è un classico della narrativa anglosassone ed europea edito nel 1865, scritto da Lewis Carroll, autore celebre noto sia al grande pubblico, sia ai filosofi per i suoi giochi linguistici con feconde implicazioni filosofiche. In particolare i logici hanno sempre trovato molte ragioni di soddisfazione nei libri di Carroll e, in particolare, in Alice. Va detto che tutti i più grandi logici erano amanti delle fiabe, da Turing a Gödel. Mentre su Russell non ho informazioni precise a riguardo. Lo stesso Lewis Carroll ha elaborato un celebre paradosso logico.

Detto questo, nonostante tutto, va detto che tutte le connessioni che passano normalmente sotto il cielo delle meraviglie, tra il romanzo e la logica, potrebbero non apparire al lettore ordinario. Né potrebbero apparire a qualunque genere di lettore. D’altra parte, si tratta di una fiaba. Lewis Carroll, infatti, amava il mondo dell’infanzia ed è certo che Alice fosse un racconto fiabesco ad uso e consumo dei più giovani. Ma è proprio così?

Ivanhoe – Walter Scott

Ivanhoe

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo Oliver Twist di Dickens


Ivanhoe di sir Walter Scott è uno dei primi romanzi storici. Edito nel 1823 si situa nella narrativa classica europea del XIX secolo. Si tratta di una lettura piuttosto agevole, per quanto non priva di suoi apici e limiti.

La trama è piuttosto articolata, per quanto concentrata in pochi spazi e in poco tempo. Per forma ricorda una mandorla nel senso che inizia in un punto, le strade si diramano in lunghezza e larghezza prima di chiudersi tutte in un unico punto finale. In questo senso il romanzo è assai compatto e segue un filo logico che conduce l’autore a riprendere, sommare e chiudere tutte le vicende aperte insieme nel punto focale. Infatti, in una simile architettura narrativa non si può dare né un centro di gravità né un unico protagonista. Non può non balzare agli occhi della mente del lettore il fatto che Ivanhoe abbia non soltanto poco spazio (una trentina di pagine dedicate nell’intero romanzo) ma pure una relativa poca importanza. Egli è solamente un insieme di piccoli segmenti all’interno della trama, neppure principali per potenza narrativa o di importanza negli snodi nella trama. Riccardo Cuor di Leone, Locksley, Cedric, Rebecca e Isaac, persino Wamba, il buffone, e il porcaro sono tutti personaggi a cui viene dato ben maggiore rilievo.

La Storia Infinita – Michael Ende

Storia Infinita

Iscriviti alla Newsletter!


La Storia Infinita di Michael Ende è un capolavoro della letteratura fantastica. Non si tratta di un fantasy propriamente inteso perché sebbene abbia diverse caratteristiche proprie del genere (ci sono molte razze non umane, le storie del mondo alternativo sono più importanti di quelle del mondo attuale, cioè del “mondo normale”) non può considerarsi di questa categoria. Non fosse altro perché il mondo di Fantasia, il mondo del fantastico in cui si svolge principalmente la narrativa di Ende (e non il romanzo), è legato a doppio filo, per la sua stessa esistenza al mondo attuale (considerato il “nostro” mondo usuale): senza gli umani e il mondo stesso degli umani Fantasia non potrebbe esistere, mentre forse sarebbe possibile il viceversa, non senza un pericoloso contraccolpo. In fine, La storia infinita non è neppure del genere gotico e tanto meno un romanzo storico, per quanto abbia alcuni tratti del gotico (si pensi alla fortezza di Xayde o agli strani esseri  Acharai). Si tratta, in realtà, di un romanzo sostanzialmente unico nel suo genere o, per lo meno, non mi risultano lavori affini per tipologia e profondità.

I duellanti – Joseph Conrad

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo l’immortale Lord Jim


I duellanti è un racconto di Joseph Conrad, di cui esiste una trasposizione cinematografica ad opera di Ridley Scott. Il racconto di per sé non è molto lungo e non particolarmente articolato. Esso narra la storia di due figure in antitesi, Feraud e D’Hubert. La vicenda è ambientata durante le guerre napoleoniche e Feraud e D’Hubert sono due giovani ufficiali dell’esercito francese. D’Hubert deve comunicare a Feraud di dover presenziare di fronte al superiore, per via dell’uccisione di un borghese in duello. Sebbene i duelli fossero vietati dalla legge, di fatto la regola dell’onore vinceva ogni altra forma di norma. D’Hubert, dunque, si reca da Feraud, in quel momento in una casa di una gentil donna, per comunicargli la notizia. Feraud, da principio, non accetta di recarsi dal superiore, ma poi, resosi conto di aver fatto la figura dell’imbelle di fronte alla gentil donna e alla società bene della città, si anima a tal punto da sfidare a duello lo stesso D’Hubert, il quale, da principio, non capisce le serie intenzioni di Feraud. E’ questo l’inizio di una turbolenta serie di duelli, senza vincitori né vinti. Nel frattempo la guerra prosegue e i due, da ufficiali di basso rango, arrivano sino ad essere generali. E i duelli non terminano neppure con la fine dell’Imperatore. L’ultimo duello, il più importante, il più decisivo, si svolgerà nelle tranquille campagne francesi proprio quando tutto sembrava finito. Ma D’Hubert e Feraud sapevano entrambi che nella legge dell’onore niente è finito, se non quando uno dei due veniva definitivamente sconfitto.