Press "Enter" to skip to content

Categoria: I Grandi Temi della Filosofia

La teoria epistemologica di Robert Nozick

Nozick

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo – Introduzione alle teorie della verità – a cura di Giangiuseppe Pili


La teoria di Robert Nozick [1981] è una teoria esternista della conoscenza. Si tratta di una teoria esternista perché non richiede che un soggetto abbia accesso ai giustificatori delle sue credenze (con giustificatore si intende genericamente ciò che conta come evidenza a sostegno di una certa credenza). Si tratta, poi, di una teoria della conoscenza perché fornisce una definizione di conoscenza e considera questo problema il principale per la sua posizione (e non altri noti problemi).

La strategia di Nozick si concentra su due direttrici principali. La prima è considerare ed estendere una certa nozione che emerge dalla teoria causale della conoscenza. La seconda è quella di eliminare i problemi che una teoria come la teoria causale si porta dietro. La strategia di Nozick vuole evitare il problema dello scetticismo del cervello invascato (Nozick presenta un pittoresco uomo dentro una cisterna stimolato da degli scienziati) e il modo in cui lo fa è parte integrante della sua argomentazione a sostegno delle due condizioni che devono integrare le due canoniche in quella che sarà la definizione di conoscenza.

Fallacie di ragionamento

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo – Introduzione alle teorie della verità – a cura di Giangiuseppe Pili


Abstract

In questo articolo consideriamo le fallacie di ragionamento, la loro classificazione (ripresa da Varzi et. Al. (2007)) e la loro relativa spiegazione ad un vasto pubblico non necessariamente esperto della materia. Considereremo soprattutto le ragioni per cui le fallacie logiche si presentano e perché sono così diffuse nei discorsi quotidiani. In fine, cercheremo di formulare una conclusione generale sulle fallacie di ragionamento che consideri l’analisi precedente.

Problemi per le teorie della conoscenza

Dementia Word-finding Disorders Words Alzheimer’s

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo – A cura di Giangiuseppe Pili e l’Introduzione schematica all’epistemologia


Abstract

In questo articolo considereremo alcuni problemi aperti classici e recenti della filosofia della conoscenza di stampo analitico (epistemologia analitica). Si tratta di problemi le cui risposte sono controverse e più teorie filosofiche si confrontano per risolverli. Non sono stati messi in un ordine particolare, per quanto senza dubbio i primi tre siano da tener presenti come i fondativi e centrali di ogni teoria epistemologica. Sin dai titoli abbiamo voluto inserire i rimandi bibliografici per mostrare dove i problemi vengono formulati in modo chiaro. Il lettore è invitato a conoscerli personalmente, possibilmente non limitandosi alla lettura di questo articolo.

La via del samurai: tra Daidòji Yuzàn e Yamamoto Tsunemoto Considerazioni analitiche sul modello del guerriero giapponese

Abstract

In questo saggio ci proponiamo un modello generale del samurai, costruito sull’interpretazione di due autori fondamentali, Daidòji Yuzàn (Introduzione alla Via del samurai) e Yamamoto Tsunemoto (Hagakure). I due testi hanno diversi punti in comune così che è possibile ricostruire un modello assiologico e deontologico comune, tale che può pensarsi come ad un modello unico della via del samurai.


Ti interessa la filosofia della guerra? Filosofia pura della guerra è il libro da leggere!

Vuoi leggere questo articolo in pdf? Vai qui!


Mind Wars – Jonathan D. Moreno

Mind

Iscriviti alla Newsletter!


Mind Wars Brain Science and the Military in the 21th Century è un saggio di Jonathan D. Moreno, professore di etica all’Università della Pennsylvania ed editore capo della testata Science Progress. Egli è stato membro dello staff di tre commissioni del consiglio presidenziale ed ha partecipato a diverse riunioni del Pentagono. Il volume si propone di fornire una panoramica generale dello stato dell’arte delle neuroscienze finanziate o applicate alle attività militari. Il volume è reperibile solo in inglese e si può acquistare via Amazon. Sia detto per inciso che un simile lavoro dovrebbe venire pubblicato in lingua italiana perché riguarda l’interesse generale della comunità, laddove si toccano temi caldi per la sicurezza e per la scienza.

Il libro è assai denso e l’indice per capitoli illustra bene i contenuti del lavoro: 1. DARPA in Your Mind, 2. Of Machines and Men, 3. Mind Games, 4. How to Think about the Brain, 5. Brain Reading, 6. Building better Soldiers, 7. Enter the Nonlethals, 8. Toward Ethics of Neurosecurity. Senza entrare nello specifico dei singoli capitoli, è sufficiente riportare le varie tematiche investigate da Moreno. Sia detto e specificato che non si tratta di un lavoro analitico o per tecnici, al contrario è un’opera piuttosto divulgativa che non richiede particolari conoscenze né di etica, né di metaetica e tanto meno di neuroscienze o di warfare. E’ evidente, però, che se non ci si interessa di nessuno di questi campi il libro può risultare analogo ad un libro di fantascienza piuttosto che di etica o scienza.

Come nasce un impero – Condizioni necessarie per un evento non necessario

Abstract

Un impero non nasce nel vuoto o dal vuoto, ma richiede la presenza di più cause concomitanti. La nostra disamina cerca di rintracciare delle condizioni generali senza le quali un impero non potrebbe esistere. Tuttavia, come ogni fatto storico, un impero non è un avvenimento necessario, ma contingente, per cui è possibile solo fornire una disamina generale delle condizioni generali senza scendere nel dettaglio della ricostruzione storica.


Ti interessa la filosofia della guerra? Filosofia pura della guerra!

Alexander Moseley – A philosophy of war (una filosofia della guerra)

Iscriviti alla Newsletter!

Un libro sulla filosofia della guerra? Filosofia pura della guerra!


Abstract

A philosophy of war del filosofo inglese Alexander Moseley, autore di alcuni articoli sulla influente Internet Encyclopedia of Philosophy, è una delle poche opere filosofiche dedicate esclusivamente alla guerra. L’opera è edita nel 2002 e rimane ancora uno dei pochi esemplari di filosofia applicata alla guerra. Nonostante Moseley cerchi di rimanere fedele al suo proprio imperativo di non tratteggiare la guerra da un punto di vista morale, egli, come vedremo, in realtà è profondamente impegnato nella difesa di una peculiare prospettiva antropologica, capace di fondare una forma radicale di pacifismo. Tale visione antropologica difende l’idea che l’uomo sia libero di scegliere in base alle sue proprie idee, le quali sono determinate dal contesto storico-ambientale, ma non sono tali da annullare la sua volontà, il cui libero arbitrio è il baluardo che garantisce la libertà stessa. Moseley, poi, cerca di portare argomenti economici e sociali a favore della pace, la cui razionalità si impernia attorno al riconoscimento della superiorità della cooperazione, collaborazione e integrazione sia tra singoli esseri umani che tra gruppi sociali.


Vuoi leggere questo articolo in pdf? Vai qui!


Struttura dell’articolo

  1. Considerazioni metodologiche
  2. Premesse individuali e premesse sociali: enunciazione e disamina
  3. Definire la guerra: un obiettivo chiaro
  4. La guerra non è inevitabile e argomenti a favore di un pluralismo metafisico, descrittivo ed esplicativo
  5. Alternative alla guerra: cooperazione individuale e internazionale sulla base della ragione, delle idee e della cultura
  6. Conclusioni

Bibliografia citata

 

Un cartesianesimo naturalizzato sulle intuizioni?

Iscriviti alla Newsletter!

Leggi anche Il discorso sul metodo di CartesioLa mente e le menti di Daniel Dennett


L’articolo di George Rey ha alcuni obiettivi congiunti: (1) chiarire la plausibilità delle tesi di chi ha sostenuto o difeso il ruolo delle intuizioni o dell’introspezione da un punto di vista neocartesiano; (2) delucidare le alternative e le critiche rivolte a chi ha difeso posizioni neocartesiane e (3) difendere indirettamente la plausibilità di un neocartesianesimo naturalizzato circa le intuizioni e l’introspezione (in particolare riguardo la teoria delle TAG che Rey aveva già presentato e difeso).

In generale, poste due tesi t1 e t2, si può stabilire una preferenza tra t1 e t2 in base a ragioni di natura esplicativa: è razionale prediligere tra t1 e t2 quella teoria che è maggiormente esplicativa. Si noti che in questa dichiarazione di selezione sulla base di questa tipologia di preferenza, si esclude sia la possibilità di trovare argomentazioni puramente a priori o considerare queste ultime come decisive, ma anche, all’estremo opposto, la possibilità di contare esclusivamente su evidenze empiriche. Infatti, per fornire la migliore esplicazione di un certo evento e non sarà semplicemente sufficiente descriverlo in termini empirici, ma è indispensabile darne una caratterizzazione almeno in parte normativa: non a caso, l’articolo di Rey presenta tanto argomentazioni filosofiche su basi empiriche che su basi propriamente a priori.

L’arte della guerra di Publio Flavio Vegezio Renato – Considerazioni analitiche e metastoriche

Abstract

L’analisi de L’arte della guerra del tattico romano Publio Flavio Vegezio Renato risulta ancora oggi di grande attualità. Assumendo un punto di vista metastorico, abbiamo cercato di rintracciare i fondamenti ultimi dell’analisi di Vegezio in modo da comprendere la logica fondamentale da cui poter trarre utile conoscenza ad uso e consumo del lettore contemporaneo.


Vuoi scaricare questo articolo in pdf.? Vai qui!

Ti interessa la filosofia della guerra? Leggi Filosofia pura della guerra

Iscriviti alla Newsletter!


L’arte della guerra (De rei militaris o Epitoma de rei militaris) è un classico degli studi del warfare, in particolare degli studi descrittivi e non propriamente strategici, cioè normativi. Publio Flavio Vegezio Renato (da ora solo Vegezio, come è universalmente noto) non è sostanzialmente interessato ad elementi generali e strategici della guerra e dell’arte militare, quelli che oggi diremmo i maggiormente connessi con la politica di uno stato (o di un impero) o che riguardano la natura della pianificazione strategica della campagna militare. Piuttosto egli è uno storico e un tattico dell’epoca classica romana. Sia detto subito che L’arte della guerra di Vegezio non è un testo scritto nel periodo repubblicano ma durante la fase epigonica dell’impero (IV secolo d.C.). L’influsso del periodo classico romano (inteso nel periodo a cavallo tra il periodo monarchico e quello repubblicano fino ad Augusto incluso in questo concetto ampio di classicità latina) si estende per tutte le pagine dell’opera di Vegezio, il quale, infatti, lungi dal considerare terminato il mandato imperiale come centro di gravitazione della civiltà, cerca di trovare i motivi per cui gli antichi eserciti romani avevano reso l’urbe il centro del mondo conosciuto (dai romani).

Thomas Metzinger: il tunnel dell’io

Table of contents

1. Introduzione

2.1 L’analogia con il tunnel

2.2 Un esperimento e alcuni casi clinici

3   Hic et Nunc

4 L’autocoscienza come conseguenza dell’evoluzione

5  Conclusioni finali

6 Bibliografia

1 Introduzione

In questo mio articolo affronterò il tema della coscienza dal punto di vista di Thomas Metzinger, docente di Filosofia teoretica presso l’Università di Johannes Gutenberg di Mainz, in Germania.

Il filosofo tedesco vede l’insorgere della coscienza come un aspetto caratterizzante la teoria evoluzionistica darwiniana, la sua posizione viene presentata come materialistica e, tutto sommato, vicina a quella dei coniugi Churchland, i quali sostengono l’inesistenza del fenomeno della coscienza, poiché non riconducibile ad una sostanza mentale distinta da quella materiale. La coscienza dovrebbe, per i Churchland, essere descritta in futuro attraverso termini scientifici, ovvero ogni singola esperienza cosciente deve essere riconducibile ad una particolare configurazione neuronale all’interno del cervello. Per questo motivo la loro teoria prende il nome di eliminativismo, in quanto essa elimina dal proprio quadro concettuale, che cerca di essere più vicino possibile alla scienza, ogni singolo riferimento a termini riguardanti la coscienza o stati mentali. Essa si concentra solamente sugli eventi fisici, mentre l’idea è che in futuro la coscienza diventi un termine obsoleto così come lo è diventata la parola flogisto. Se osserviamo da vicino questa teoria essa si presenta, a mio parere, come l’opposto del dualismo cartesiano, il quale sosteneva la vera e propria esistenza di una sfera mentale contrapposta a quella fisica, tanto da cercarne una corretta descrizione in ambito scientifico.