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Le nove trasformazioni – L’ottavo capitolo de L’arte della guerra

https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Auklet_flock_Shumagins_1986.jpg

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Non ti piazzare laddove puoi essere attaccato, ovvero non ti fermare in un luogo in cui sei vulnerabile. Stringi alleanze quando il luogo non costituisce uno svantaggio strategico, così da aprire trattative già compromesse a tuo vantaggio. Non rimanere in un punto in cui puoi essere attaccato da più fronti. Elabora i tuoi piani da una posizione protetta, non esposta dalle pressioni del nemico. Saper sfruttare la propria conoscenza è la base della forza del grande generale. I generali sono esposti a cinque pericoli: se è risoluto a non morire, può essere ucciso; risoluto a vivere, può essere catturato; se è puro e onesto, può essere oggetto di infamia; se l’amore per i suoi uomini è grande, può essere apprensivo e ansioso.

Il capitolo 8 si occupa di un concetto molto importante: la mutevolezza. La mutevolezza investe sia la natura delle forme dei terreni che la natura dei pericoli che corrono i generali. Sun Tzu espone prima i rischi insiti nei terreni e le loro potenzialità e successivamente si dedica ai pericoli dei generali. Alcuni luoghi e momenti sono adatti per certe attività, altri per altre:

In un terreno aperto non ti accampare.

In una zona di confine stringi alleanze.

In una zona crocevia non restare.

In un terreno chiuso elabora strategie.

In un terreno di morte combatti.

Ci sono strade da non seguire.

Ci sono eserciti da non colpire.

Ci sono città da non assediare.

Ci sono terreni su cui non combattere.

Ci sono ordini del sovrano da non eseguire.[1]

Gli ordini del sovrano vanno eseguiti solo a condizione che possano essere attuati mediante delle azioni militari virtuose. La giustificazione di un’azione militare scaturisce dal rispetto di tre condizioni: (1) deve apportare il massimo vantaggio, (2) deve aumentare la probabilità di raggiungere l’obbiettivo finale (vincere il nemico intatto) e (3) deve rispettare il principio di economia dei mezzi. Sicché qualunque azione militare che violi una sola delle tre condizioni non sarà virtuosa. Il grande generale sa quando agire e quando no, mentre il sovrano (la volontà) spesso desidera più del giusto oppure non considera tutte le sfumature della posizione (conoscenza delle circostanze) né dispone dei mezzi idonei per raggiungere lo scopo finale (ragion pratica), così che non sempre i suoi ordini devono essere ratificati.

Sun Tzu sottolinea questo fatto proprio perché il generale deve saper distinguere sempre le azioni militari virtuose da quelle viziose, così che non si faccia carico della distruzione del proprio paese, anche quando gli venga comandato dall’alto. Questo fondamentale principio sarebbe dovuto essere ben conosciuto tanto da Gustavo Adolfo, che garantì, come detto, la scomparsa della Svezia dalle potenze europee sino ai tempi recenti; quanto da Von Paulus, organizzatore dell’operazione Barbarossa che determinò l’invasione dell’Unione Sovietica da parte della Germania Nazista, un errore strategico che doveva essere evitato e che, per fortuna, ha reso la sconfitta nazista un dato sicuro. Così si può concludere che

E così, il generale che conosce a fondo i vantaggi delle nove trasformazioni

Sa come guidare le truppe!

Il generale che non li conosce a fondo,

Pur conoscendo la forma del terreno, non è in grado di utilizzarla a proprio vantaggio!

Se si muove guerra e non si capiscono gli insegnamenti delle nove trasformazioni,

Pur conoscendo i cinque vantaggi, non si è in grado di condurre il proprio esercito.

Perciò –

Un saggio generale deve prendere in considerazione nelle sue valutazioni sia i vantaggi sia i danni.

Considerare i vantaggi comporta la fiducia nel proprio servizio.

Considerare i danni serve a premunire dalle avversità.[2]

Non esiste una condizione permanente su elementi stabili, ma infinite combinazioni di elementi che mutano in varie configurazioni. Conseguentemente, non può sussistere una serie di virtù stabili che si applicano in ogni circostanza. Questa è uno dei fatti più difficili da accettare dalla mente umana perché essa tende a cristallizzare metodi ortodossi rigidi e precostituiti, categorizzando nettamente le persone e le cose. Ciò costituisce un pericolo, il più insidioso, che si cela nelle proprie capacità raziocinanti: aver saputo risolvere una situazione contingente con un metodo, può rendere questo metodo utile per il futuro ma bisogna stare attenti che lo stesso non costituisca un ostacolo. Questo fatto è noto in psicologia come “eccesso di conoscenza”, con il che si vuole semplicemente intendere che l’apprendimento di una soluzione non sempre costituisce un vantaggio, perché fa da schermo all’analisi del contingente.

In questo modo, Sun Tzu formula cinque profili psicologici dei generali con virtù stabili e mostra i relativi punti di debolezza, lasciando intendere che solo un generale capace di cambiare le proprie abitudini in base alle circostanze è virtuoso, perché sa sempre trovarsi in linea con le circostanze:

E così, il metodo per organizzare le operazioni militari insegna –

Risoluto a morire, può essere ucciso.

Risoluto a vivere, può essere catturato.

Incline alla rabbia, può essere provocato.

Puro e onesto, può essere oggetto di infamia.

L’amore per i suoi uomini lo rende ansioso.

Questi sono i cinque eccessi del generale,

Un pericolo nelle operazioni militari.

Per rovinare un esercito e uccidere il suo generale,

Bisogna usare i cinque pericoli.

Non si può fare a meno di studiarli attentamente.[3]

E’ evidente che le proprietà del generale impongono sia i suoi pregi che i suoi difetti. L’enumerazione dei cinque pericoli non possono che essere visti in due modi diametralmente opposti: se sei tu il generale, sappi che corri quei pericoli; se consideri il tuo avversario, sappi che corre quei pericoli. Così, sia dal punto di vista dell’attacco che dal punto di vista della difesa bisogna considerare i rischi inerenti ai generali quali che siano.

Questi cinque pericoli si rivelano decisivi in ogni aspetto della vita, come sempre considerazione che nasce dall’estensione dei concetti usati da Sun Tzu. Quando Giovanna d’Arco sembrava sull’orlo della vittoria, venne catturata e uccisa dagli inglesi. Un giocatore di scacchi che voglia giocare fino all’ultima mossa può essere sfiancato dalla sua stessa volontà, così da renderlo privo di forze. Un politico onesto, come si vede tristemente e continuamente in Italia, può essere oggetto di calunnie infondate, pur di screditarlo di fronte all’opinione pubblica. Quando un padre ama troppo i suoi figli, può diventare apprensivo e schiacciare con il suo amore la stessa volontà dei suoi cari. Come sempre, dunque, si possono trarre grandi insegnamenti dalla concezione globale di Sun Tzu. L’arte della guerra è adattarsi al nemico e alle circostanze per vincere senza combattere sfruttando la mutevolezza!


[1] Ivi., Cit., p. 32.

[2] Ivi., Cit., p. 33.

[3] Ivi., Cit., pp. 34.


Giangiuseppe Pili

Giangiuseppe Pili è Ph.D. in filosofia e scienze della mente (2017). E' il fondatore di Scuola Filosofica in cui è editore, redatore e autore. Dalla data di fondazione del portale nel 2009, per SF ha scritto oltre 800 post. Egli è autore di numerosi saggi e articoli in riviste internazionali su tematiche legate all'intelligence, sicurezza e guerra. In lingua italiana ha pubblicato numerosi libri. Scacchista per passione. ---- ENGLISH PRESENTATION ------------------------------------------------- Giangiuseppe Pili - PhD philosophy and sciences of the mind (2017). He is an expert in intelligence and international security, war and philosophy. He is the founder of Scuola Filosofica (Philosophical School). He is a prolific author nationally and internationally. He is a passionate chess player and (back in the days!) amateurish movie maker.

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