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Categoria: I Grandi Temi della Filosofia

Metodi di indagine dello sviluppo: il ragionamento morale – pt. 3

Foto di Tumisu da Pixabay

Il senso morale innato: la capacità di distinguere il bene dal male. Contenuti della ricerca, aspetti metodologici e tecniche di indagine

Come possiamo verificare l’ipotesi per cui l’essere umano possiede un senso morale innato? Studiando la mente degli infanti. Ma come possiamo studiare la mente di questi esseri tanto complessi da comprendere? Un modo per farlo è sfruttare le indicazioni che possiamo dedurre da uno dei pochi comportamenti su cui essi esercitano un certo controllo (dove per ‘controllo’ ancora non si intende il ‘controllo interno o autonomo’), ovvero lo sguardo. È possibile analizzare i movimenti oculari, la direzione e i tempi di fissazione dello sguardo. Da questi comportamenti possiamo dedurre le intuizioni e lo stato mentale del bimbo.

Metodi di indagine dello sviluppo: il ragionamento morale – pt. 2

Foto di Tumisu da Pixabay

2. L’evoluzione della morale

L’espressione ‘evoluzione umana’ può essere intesa principalmente in due sensi. Possiamo riferirci all’evoluzione ontogenetica, oggetto di studio della psicologia dello sviluppo, oppure possiamo riferirci all’evoluzione filogenetica, l’evoluzione della specie. Attraverso lo studio dell’infante, non solamente è possibile comprendere il punto di partenza dello sviluppo ontogenetico, ma è anche possibile individuare il punto di arrivo dell’evoluzione filogenetica. Studiare l’infante è per tanto indagare il precipitato più puro a nostra disposizione dell’evoluzione darwiniana della specie umana.

Metodi di indagine dello sviluppo: il ragionamento morale – pt. 1

Foto di Tumisu da Pixabay

Rendo disponibile ai lettori di ScuolaFilosofica una dispensina che ho scritto in occasione della preparazione del corso sui metodi e le tecniche di studio della cognizione morale del bambino, per gli studenti iscritti alla Facoltà di Psicologia dell’Università di Trento. Poiché il lavoro è lungo, i lettori lo trovano sul sito in diverse pubblicazioni che seguono la divisione in sei capitoli proposta nell’indice. L’autore riconosce il suo debito nei confronti di Paul Bloom, psicologo evolutivo americano, il quale ha recentemente pubblicato un ottimo lavoro introduttivo alla psicologia dello sviluppo del senso morale, Just Babies. L’autore, inoltre, ringrazia il prof. Luca Surian, dell’Università di Trento, per la guida nell’apprendimento della psicologia dello sviluppo, e la prof.ssa Renée Baillargeon dell’Università dell’Illinois ad Urbana-Champaign, per i preziosi insegnamenti su come si conducono le ricerche con i più piccolini.

Considerazioni diverse sulla presenza di Dio

 

Prendendo spunto da una prova ontologica dell’esistenza (e unicità) di Dio ideata dal monaco e teologo Anselmo d’Aosta (1033 ca. – 1109), e dopo altri tentativi effettuati nel corso dei secoli per dimostrare razionalmente l’esistenza di Dio, il matematico e logico Kurt Gödel (1906-1978) ha elaborato un teorema dell’esistenza (e unicità) di Dio [cfr. il libro Kurt Gödel. La prova matematica dell’esistenza di Dio, a cura dei matematici e logici Gabriele Lolli e Piergiorgio Odifreddi, edizione Bollati Boringhieri 2006]. Il teorema fu pubblicato dopo la morte di Gödel, il quale (battista luterano quantunque non appartenente ad alcuna congregazione, teista non panteista, nel solco di Leibniz, come dichiarò lui stesso nel 1975) aveva precisato di nutrire esclusivamente interessi di carattere logico verso la prova elaborata.

Embodied Cognition – L’essenziale

Embodied Cognition

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Consigliamo – A cura di Giangiuseppe Pili e l’Introduzione schematica all’epistemologia


Abstract

In questo articolo si considerano le linee generali della Embodied Cognition, un nuovo fertile campo di ricerca sulla mente e sulla cognizione. Il rifiuto dell’impostazione classica alla filosofia della mente, la riconsiderazione del ruolo del corpo all’interno della cognizione fanno di questa relativamente nuova disciplina un campo di analisi per il presente e per il futuro.


L’Embodied Cognition è l’ultima Revolution in Academic Affairs ed è un settore di ricerca che si situa all’interno della filosofia della mente, dell’intelligenza artificiale e della fenomenologia. Il suo primario campo di indagine risulta essere la relazione mente/corpo e, soprattutto, come questa relazione influenzi la cognizione. L’idea principale, riportata in modo generico e vago ma fa capire, è che il corpo influenzi la cognizione in quanto il corpo stesso è parte attiva del processo cognitivo. Da questo principio, da cui l’Embodied Cognition prende avvio, si evince immediatamente: (a) il rifiuto dell’impostazione classica alla mente e (b) l’interesse dell’Embodied Cognition per tutti quei settori di ricerca che studiano la natura della relazione mente/corpo soprattutto dal punto di vista del corpo.

Cosa ne pensava davvero Kurt Gödel?

kurt_godel

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Logica da Zero a Gödel di Francesco Berto e Fallacie di ragionamento


Abstract

Questo saggio non vuole riportare l’intera ricerca di Kurt Gödel (1906-1978). Quanto mi propongo di fare è soltanto presentare i risultati di mie recenti letture di alcuni testi filosofici del maggiore logico del XX secolo. Infatti, il risultato principale consiste sostanzialmente nella contemplazione di una posizione filosofica estremamente precisa e delineata. Dato il fatto che il pensiero di Gödel è espresso in modo chiaro e distinto, mediante uno stile argomentativo rigoroso, denso ma pienamente comprensibile, il mio invito è quello di dedicarsi alla lettura diretta dei testi del logico, ancor prima di andare a guardare nel grande mare di una letteratura piuttosto tecnica e non sempre soddisfacente.


Kurt Gödel (1906-1978) è stato uno dei più grandi matematici del XX secolo. Si può dire, parafrasando Churchill, mai così tanti presero così tanto ad uno soltanto. Infatti, Kurt Gödel è ancora oggi una delle celebrità intellettuali più citate e probabilmente più ignorate allo stesso tempo. Questo paradosso, invero assai diffuso in certi ambienti, è dovuto al fatto che le sue dimostrazioni (soprattutto i due celebri teoremi di incompletezza) hanno oscurato totalmente ciò che viene prima e dopo, cioè il suo pensiero filosofico. Per tale ragione, dunque, Gödel risulta tra i più citati in senso lato ma più ignorati in senso stretto.

How can Epistemology improve Intelligence Analysis?

Jared Tarbell, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons

What enables the wise sovereign and the good general to strike and conquer, and achieve things beyond the reach of ordinary men, is foreknowledge.

Sun Tzu, Art of War, VI bc.

Intelligence agencies deals everyday with a massive amount of information collected by different gathering methods and they have to process them in order to produce assessments, reports and briefs for politicians and decision-makers. This is a real challenge, given the limited time, the huge quantity of data they have to go through and the imprecise and incomplete nature of these data. This intellectual challenge is the task of intelligence analysis, that stage of the process that has to “make sense” out of all this information received at the agencies’ headquarters. Both the institutional and the academic world have been concerned with issues about intelligence analysis, as it seems to be one of the most critical parts of intelligence: it is here that raw information are transformed and politicians receive the materials on which decide from here. Thus everyone would like to improve intelligence analysis as much as possible and many articles and books have developed and offered techniques and tools to reduce analysts’ errors while increasing their analytical ability.

Sulle limitazioni delle adozioni

Voglio presentare un semplice argomento che ho costruito dibattendo con altri amici. Non mi impegno a sostenere che sia la mia opinione né immagino che la mia opinione interessi a nessuno. Sicché non mi prenderò la briga di accettare critiche inutili, faziose o capziose in tal senso. Si tratta di un dilemma filosoficamente interessante e ne propongo solo un’analisi rapida. Inoltre l’obiettivo è stimolare il ragionamento del lettore, dato che il mio fu a suo tempo già solleticato in materia e quindi offro solo la linea argomentativa senza entrare né nel merito politico né in quello morale.

(1) I bambini che possono essere adottati hanno condizioni di vita tale che la loro esistenza può risultarne seriamente compromessa oppure il loro inserimento in società è altamente difficoltoso.

(2) Salvare la vita di un bambino o dargli l’opportunità di vivere felicemente in società sono valori intrinseci.

(3) Una coppia che voglia adottare un bambino nel peggiore dei casi non migliora la vita del bambino, già di per sé compromessa.

Il paradosso meretricio

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Consigliamo I paradossi dalla A alla Z di Michael ClarkUn paradosso per lo storicismo


Problema: in una strada x ci sono n prostitute. Nella strada z perpendicolare a x, ci sono n – 1/2 prostitute. Nella strada y, dove y è parallela a x ci sono 0 prostitute. Perché le prostitute tendono a concentrarsi tutte in una o due strade al massimo pur lasciando tutte le altre immediatamente vicine vuote?

Il problema del paradosso meretricio nasce da una constatazione di fatto. Ho abitato in tre città diverse e ho avuto modo di vederne molte di più. Ma il risultato è sempre lo stesso. Che si passi in macchina o si passeggi a piedi, quando si conoscono ormai da un po’ le strade di una città, si scopre facilmente che le prostitute sono concentrate in una strada e poi si diradino al massimo in una o due ma non si spandano a macchia d’olio (come per certi versi sarebbe intuitivo aspettarsi). Tra l’altro si tratta di una constatazione comune.

Ho forti dubbi che ci sia una sorta di superorganizzazione del traffico, una sorta di rettiliana affiliazione internazionale generale delle signore (o signori), perciò la soluzione va cercata in altro. E sia detto per inciso che la stessa regola di massima concentrazione varrebbe anche nel caso delle case chiuse, in cui le lavoratrici si concentrano direttamente negli stabili e che le lascia libere dalle infinite malattie, tirannie e violenze del mondo della strada, la cui ingiustizia è almeno pari alla tristezza della loro condizione lavorativa. Perché nessun uomo di fede o laico può realmente pensare che sia accettabile avere delle giovani donne abbandonate al ciglio della strada piuttosto che con un tetto sulla testa. Perché se è vero che siamo tutti esseri umani e abbiamo tutti una dignità, allora ciò vale anche per chi è costretto ad usare il proprio corpo per guadagnare, quel corpo che altri usano quando e come vogliono e magari per provare ad essere felici… detto questo non mi sento in dovere di replicare a inutili commenti sull’argomento, nel caso strano in cui ce ne fossero. Chiedo ai lettori di portare pazienza, ma temo che non sia la sede giusta per inutili quanto sterili polemiche.

Kuhn e la struttura delle rivoluzioni scientifiche

Thomas-Kuhn

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Consigliamo – A cura di Giangiuseppe Pili e l’Introduzione schematica all’epistemologia


Abstract

In questo articolo considereremo la filosofia della scienza di Thomas Kuhn nella sua formulazione classica de The Structure of Scientific Revolutions pubblicato dalla Chicago University Press nel 1962. Non essendo io un esperto della filosofia della scienza, consiglio il lettore di approfondire personalmente la filosofia di Thomas Kuhn, presentata qui in modo inevitabilmente sommario.

 

The Structure of Scientific Revolutions è un saggio di filosofia della scienza di Thomas Kuhn, pubblicato nel 1962 ed è ancora oggi considerato uno dei classici, se non il principale testo di riferimento, della stessa disciplina, un “paradigma” anche se in senso filosofico. Si tratta di uno dei testi maggiormente citati nella filosofia della scienza e, in generale, nella filosofia analitica (Bird (2004)).