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Categoria: Filosofia

Appunti di Glottologia: linguistica storica – Il mutamento: tipologia e proprietà. Etimologia popolare e il tabù linguistico

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Altri appunti di glottologia? Appunti di Glottologia: linguistica storica


2.0.1  Il mutamento: foni e fonemi

Come detto nel capitolo precedente, la linguistica storica è quella branca della linguistica che si occupa più direttamente del fenomeno denominato mutamento. Abbiamo affermato nel capitolo precedente che se le lingue non entrassero in contatto con altri elementi linguistici, rimarrebbero in uno stato di mutevolezza pur senza cambiare mai. Quando invece esse si sono incontrate con altre lingue hanno evidenziato il fenomeno del mutamento.

Andremo ad analizzare i mutamenti a livello fonetico e a livello fonologico, ma dobbiamo prima analizzare la base di due livelli, i foni e i fonemi. Infatti il livello fonetico riguarda tutto ciò che concerne i foni e che concerne, quindi, la produzioni di suoni: questi cosiddetti “suoni” vengono tecnicamente chiamati foni e vengono analizzati e schematizzati tramite la modalità di produzione (apparato fonatorio e organi articolatori). I foni vengono trascritti tra parentesi quadre. Il livello fonologico invece, riguarda quei particolari foni che una particolare lingua valorizzati dalle singole lingue, questi portano la minima entità di significante: per distinguerli dai foni, li chiameremo fonemi e vengono trascritti attraverso le barre oblique “/mar/”. Il fonema ha anche un’altra importante definizione: esso è l’unità distintiva minima, cioè è dunque l’unità fonica più elementare che di per sé non ha un particolare significato, ma tuttavia permette di distinguere due lessemi diversi. Esempio: bare dare. Perché?

Recensione di Scheler, M. Pudore e sentimento del pudore

Di Scheler, quello pubblicato l’anno scorso da Mimesis, tradotto in italiano a cura di Maria Teresa Pansera, col titolo Pudore e sentimento del pudore, è uno scritto che apparve postumo nel 1933. Siamo comunque di fronte al miglior Scheler, filosofo che seppe con intuizione prodigiosa e massima capacità analitica indagare attorno alla vita emotiva e mentale dell’uomo.
Pudore e sentimento del pudore è un’organica raccolta di scritti che compongono lo svolgimento di un’indagine sottile, condotta con mirabile ingegno analitico, attorno al tema dell’essenza del pudore, del sentimento del pudore, ma, in definitiva, dell’uomo e delle sue relazioni amorose.

La guerra come attività culturale

Abstract

La guerra è un’attività culturale in tutti i suoi aspetti e, per questa ragione, essa va analizzata nei suoi molteplici aspetti con una prospettiva attenta alla molteplicità di prospettive che la guerra implica. La comprensione dell’attività militare, come parte integrante delle attività sociali di un popolo, conduce a riconsiderare la guerra non soltanto come un’attività di stati ma come una particolare modalità di vita. In questo articolo cercheremo di mostrare le plurime ragioni per cui la guerra è e deve essere considerata una particolare way of life e di come, in definitiva, il complesso delle società occidentali siano sostanzialmente un insieme discreto di società guerriere variamente integrate. (Chiunque desideri scaricare il pdf. dell’articolo: può farlo da qui).


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Seneca – Vita e opere

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Vita

Lucio Anneo Seneca nacque a Cordova in Spagna molto probabilmente il 4 a.C. da una famiglia equestre benestante: il padre era Seneca il Vecchio. Ebbe modo di crescere in un ambiente stimolante e fu predisposto allo studio. Cordova era una città di tradizioni repubblicane: si era infatti schierata al fianco di Pompeo al tempo delle guerre civili ed era infatti terra di asilo per molti repubblicani ostili alla dittatura di Caio Giulio Cesare. In vista della carriera politica e retorica che avrebbe sostenuto, la famiglia si trasferì presto in Roma, così da poter essere educato nelle migliori scuole di retorica: i suoi maestri di matrice stoica furono Attalo e Papirio Fabiano.

Prima di iniziare l’attività forense nel 31 d.C. intraprese diversi viaggi per ampliare le sue conoscenze, specialmente in Egitto, dove seguì uno zio prefetto.

Dotato di grandi capacità oratorie, Caligola, geloso di queste, decretò la sua condanna a morte: venne però salvato probabilmente da un amante dell’imperatore stesso. Più avanti, però, durante il principato di Claudio, venne esiliato nel 41 d.C. con l’accusa di adulterio con la connivenza di Giulia Livilla sorella di Caligola e figlia di Germanico: naturalmente era tutta una messinscena. Seneca venne allontanato per le sue doti propagandistiche e oratorie che portavano in minoranza l’imperatore.

Internismo della giustificazione e della conoscenza

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Consigliamo – Percorso di Epistemologia


Abstract

L’internismo della giustificazione e della conoscenza è una delle principali posizioni teoriche all’interno dell’epistemologia analitica contemporanea. Gli internisti fondano la loro posizione sull’intuizione forte secondo cui ciò che va considerato come conoscenza e come giustificazione è qualcosa di interno al soggetto. Le due principali teorie interniste, accessibilismo e mentalismo, divengono sulla caratterizzazione del predicato fondamentale ʽessere internoʼ. Secondo gli accessibilisti, semplificando, un soggetto sa che p se il soggetto può avere accesso per riflessione alla base della conoscenza di p, mentre per i mentalisti S sa che p se sussiste un certo stato mentale interno ad S che valga come evidenza a favore di p. Questo articolo ripropone esclusivamente le linee generali delle posizioni, per fornire un quadro, assolutamente parziale, di una delle principali posizioni epistemologiche contemporanee.

Per la pace perpetua – La via della pace di Immanuel Kant

Abstract

Per la pace perpetua Un progetto filosofico di Immanuel Kant è uno dei testi fondamentali della filosofia politica. La nostra analisi consiste nella ricostruzione argomentativa dei principali nuclei tematici dell’opera kantiana, senza prevedere uno sviluppo storico filosofico. In questa sede, la prospettiva è limitata ad un’analisi che consideri gli argomenti kantiani nella loro purezza filosofica, cioè slegata dal tempo e dal luogo e della ragioni storiche per cui il testo ha avuto l’occasione di esistere. Abbiamo così fornito una ricostruzione dei principali nuclei concettuali (formali e sostanziali) del testo kantiano.


(Chi vuol leggere l’articolo in formato pdf., può farlo scaricandolo qui)

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Struttura dell’articolo

Premessa

1. Struttura de Per la pace perpetua Un progetto filosofico di Immanuel Kant

2. Per la pace perpetua: articoli preliminari

3. Per la pace perpetua: articoli definitivi

4. La garanzia della pace perpetua: tre argomenti

5. Politica e morale: la prospettiva kantiana

6. Il ruolo del filosofo all’interno del progetto della pace perpetua

7. Conclusioni: considerazioni sull’attualità del progetto di Kant

8. Con Kant oltre Kant: perché l’esportazione della democrazia non si può fondare sull’idea della pace perpetua

Bibliografia ragionata

 

8. Con Kant oltre Kant: perché l’esportazione della democrazia non si può fondare sull’idea della pace perpetua

 

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Chiudiamo questo articolo con un breve paragrafo sull’esportazione della democrazia, una ragione recente per muovere guerra e dare una parvenza di legittimità ad un atto che, nel diritto internazionale, a quanto ci risulta non è previsto. Considereremo solamente quanto Kant ha da dirci in proposito.

Definiamo con ʽesportazione della democraziaʼ un’attività militare di uno stato a contro uno stato b perpetrata al solo fine da parte di a di cambiare la forma di governo di b in una forma di governo democratica: il termine dell’azione militare dovrebbe avvenire una volta che lo stato b ha mutato la sua forma di governo in una democratica che rispetti le condizioni dettate da a. Fornita questa definizione preliminare, senza scendere nei dettagli delle modalità militari e istituzionali mediante cui questa ʽesportazioneʼ dovrebbe avvenire, possiamo procedere senza ulteriore ambiguità.

7. Considerazioni sull’attualità del progetto di Kant

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La prospettiva politico-morale kantiana rimane indubbiamente uno dei vertici della filosofia politica mondiale e, oggi, globale. Il fatto stesso di esser riuscito a presentare un ideale concreto per l’azione politica e astratto per la ricerca filosofica è indice di una grandezza rara nel panorama filosofico in questione: Marx, probabilmente, è uno dei pochi che, quanto a diffusione negli studi e nella pratica, può essere eletto a rientrare in confronto con Kant. Quale dei due possa vantare il primato non spetta a noi dirlo, ma di fatto l’ONU costituisce una realtà ancora esistente e potenzialmente migliorabile, per l’instaurazione di un possibile scenario kantiano a differenza del comunismo reale che, almeno nelle sue realizzazioni concrete, non sembra essere riuscito a mantenere molte promesse, se anche solo si voglia considerare la pace perpetua come scopo finale dell’azione politica.

6. Il ruolo del filosofo all’interno del progetto della pace perpetua

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Il filosofo non deve essere un politico, per Kant. A differenza che la visione platonica, la prospettiva kantiana integra il filosofo all’interno del problema politico non dall’interno ma dall’esterno. Il ruolo del filosofo deve essere quello di guida, di innovatore e chiarificatore delle idee del politico, il quale non dispone del tempo sufficiente per elaborare nuovi progetti e nuove ideologie politiche. L’argomento può essere riassunto in questi passi:

a. Gli uomini di stato sono interessati alla conoscenza delle massime morali sulla pace.

b. Gli uomini di stato abbisognano di conoscere le massime morali circa le condizioni che rendono possibile la pace interstatale e intrastatale.

c. Gli uomini di stato non hanno tempo per elaborare le risposte migliori.

d. Il giurista non si pone i problemi dello sviluppo del diritto ma lo utilizza esclusivamente in sede di amministrazione della giustizia.

Pertanto

e. Solamente i filosofi possono fornire le indicazioni su quali progetti politici sono in linea con lo scopo morale finale, che è quello della pace interstatale e intrastatale.

 Il corollario del punto (e) è il seguente:

 f. Il dibattito pubblico filosofico deve essere lasciato libero da intromissioni da parte della politica.

5. Politica e morale: la prospettiva kantiana

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Il contrasto tra la politica e la morale è di natura di principio piuttosto che pratica. Il fatto che la politica nella pratica disattenda continuamente i principi morali sembra che possa costituire la base per un argomento di questo tipo: se la politica nella pratica esclude sempre o per lo più la morale, allora è impossibile un’azione politica morale se non in casi trascurabili. Questa ragione pratica dell’azione politica sembra indicare che la strada della morale e della politica sia perlomeno antitetica, o, comunque, nella prospettiva della morale kantiana, cioè fondati sugli imperativi della ragione (imperativi morali ovvero imperativi categorici): nella prospettiva humeana, invece, le due cose si conciliano proprio perché il desiderio comanda su ogni altro aspetto e il freno ai desideri è solo dovuto ad un calcolo prudenziale e non ad una ragione finale. Per tanto, Kant si rende conto che un simile argomento può inficiare chiaramente il suo progetto politico, proprio in quanto fondato su uno scopo che è eminentemente morale: la ricerca della pace (come abbiamo visto proprio alla fine del precedente paragrafo). Caduta la possibilità di considerare la comunità come unico scopo dell’azione politica, che si rende così morale, la stessa prospettiva kantiana ne uscirebbe fortemente ridimensionata: per lo meno, dovrebbe mostrare perché un politico dovrebbe scegliere ogni strada per la pace anche quando questa sia svantaggiosa rispetto ad un’azione militare ed è un problema chiaramente tutt’altro che scontato.