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Capitolo 12. La risoluzione dell’Uno

Prarthana1830590, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

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Consigliamo I veda – Capitolo 1


Altri tre passi (tratti questa volta dalla Bhagavad-gita: IX,4-5; X,2-3e20e39-41; XIII,15 – dunque non propriamente dai Veda) per chiarire un concetto vedico veramente fondamentale: tutto sta e proviene dall’Uno, anche se l’Uno non sta completamente nel tutto.

L’Uno, da cui tutto proviene, è senz’altro difficile da chiarire concettualmente, poiché è una sorta di entità che sta tra l’essere e il nonessere, che è al contempo entrambi e completamente nessuno dei due, contemporaneamente immanente alle cose del mondo da lei create e trascendente rispetto ad esse. Ovvero, tutto ciò che esiste è funzione dell’Uno, Uno che rimane trascendente e, potremmo dire, estraneo a se stesso o alla sua creazione, nonostante esista in essa e per essa. La sua è una trascendenza immanente e un’immanenza trascendente. Il suo è un perfetto mistero, mi sembra, difficilmente penetrabile dalla comprensione umana.

Questo Uno, principio di tutto e in tutto nella sua forma non manifesta, tracima con la sua grandezza dall’esistente. Egli è il sostegno di tutto, ma nessuno, nemmeno il tutto può essere pieno sostegno a lui; egli è al contempo fuori e dentro tutti gli esseri, egli è lontano dalla creazione e nel contempo vicino e dentro di essa – egli è incomprensibile. Neppure gli dei lo conoscono, anch’essi infatti furono principiati da esso. Egli solo probabilmente si conosce, ed è proprio l’atto iniziale di conoscenza di sé stesso, come abbiamo visto nelle pubblicazioni precedenti, a determinare la creazione nel mondo e il passaggio stesso dal nonessere all’essere. Egli non è nato e non ha principio, se intendiamo queste proprietà come eterodeterminate. Egli è il Sé che risiede in ogni essere vivente, il principio, il mezzo e la fine di ognuno; egli è la condizione fondamentalmente necessaria al darsi dell’esistenza, di qualsiasi esistenza. Per questo la sua gloria e il suo splendore sono infiniti, ed egli stesso è difficilmente coglibile dalla comprensione umana.

Con questa pubblicazione termina la sezione di prologo della parte intitolata «Aurora e Nascita». Con la prossima affronteremo gli aspetti centrali relativi alla Parola (Vac) e alla sua fondamentale potenza.


Francesco Margoni

Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento. Studia lo sviluppo del ragionamento morale nella prima infanzia e i meccanismi cognitivi che ci permettono di interpretare il complesso mondo sociale nel quale viviamo. Collabora con la rivista di scienze e storia Prometeo e con la testata on-line Brainfactor. Per Scuola Filosofica scrive di scienza e filosofia, e pubblica un lungo commento personale ai testi vedici. E' uno storico collaboratore di Scuola Filosofica.

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